Ma la Regione rassicura: «Non cacceremo nessuno»

Mercoledì 24 Luglio 2019
NUOVE REGOLE
TREVISO Aumenti degli affitti delle case popolari, dopo il monito dei sindacati e le sonore proteste degli inquilini, da San Paolo a San Liberale, la Regione, su sollecitazione dei Comuni, Treviso compreso, si sta muovendo per apporre dei correttivi alla nuova norma sull'accesso agli alloggi Ater. «Stiamo verificando quali modifiche eventualmente prevedere -fa sapere l'assessore regionale al sociale Manuela Lanzarin dovrebbero entrare in vigore entro un paio di mesi, perché in alcuni casi ci sarà bisogno di un passaggio istituzionale che necessita dei tempi di prassi».
I RISCHI
Erano stati lo Spi Cgil e il Sunia i primi ad avvisare che le nuove regole avrebbero rischiato di penalizzare una parte degli inquilini, soprattutto gli anziani soli o chi ha messo da parte qualche spicciolo per la vecchiaia e passa per ricco. Soggetti che rischiano di cadere in povertà con affitti che da poche decine di euro balzano a centinaia. Da Ca' Sugana il sindaco Mario Conte ha fatto sapere di stare già preparando un dossier dei casi più complessi da sottoporre alla Regione, ma la stessa amministrazione di palazzo Balbi sta lavorando, spiega Lanzarin, a degli aggiustamenti: «Il messaggio che deve passare è che nessuno esce dalle case premette l'assessore Ci sono due anni di tempo per chi supera i 20mila euro di Isee o altri criteri stabiliti, per rientrare nei requisiti o trovare un'altra sistemazione. Noi, con questa legge fortemente voluta per un valore di equità sociale e sostenibilità del sistema, abbiamo scoperto che ci sono casi emblematici, vale a dire persone che occupano appartamenti di edilizia popolare e invece potrebbero rivolgersi al libero mercato e lasciarli a chi ne ha bisogno. Vorremmo colpire questi, non il pensionato, la signora anziana che vive lì da una vita e magari ha la pensione minima».
LE CASISTICHE
Oggi dunque si applica la nuova normativa: «Ma stiamo raccogliendo le varie casistiche, anche le situazioni più particolari prosegue Lanzarin - se ci sarà la necessità di fare correzioni, modifiche per tutelare le persone anziane, sole, con pensioni non sempre molto alte, lo faremo». Andranno analizzate le singole situazioni, prosegue la referente regionale del Sociale, dal valore dell'appartamento occupato, che ad esempio in realtà come Venezia, pur essendo un alloggio popolare, ha un valore elevato, alla metratura dell'alloggio. Perché un anziano che da solo occupa 100 metri quadrati, può trovare una riduzione del canone spostandosi in una casa da 50. Il ricorso alla mobilità è una delle formule prese in considerazione: «Sono tutti argomenti che stiamo analizzando conclude Lanzarin la nostra volontà è di tutelare chi ha bisogno: anziani, indigenti, persone fragili. O anche chi ha messo da parte piccole somme per la vecchiaia. Cercheremo di far rientrare nelle correzioni queste categorie di persone, e di farlo a breve, un paio di mesi, secondo i tempi di prassi. D'altro canto, la legge si basa sul principio di rimettere sul mercato alloggi per chi ha davvero bisogno».
Lina Paronetto
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci