LORIA
Impianto natatorio di Loria: a dieci anni dall'inizio lavori e nell'impossibilità

Mercoledì 8 Aprile 2020
LORIA
Impianto natatorio di Loria: a dieci anni dall'inizio lavori e nell'impossibilità a proseguire, si parla ora di possibile riconversione o cambio d'uso. Nemmeno un'inchiesta di Report qualche anno fa, che aveva messo in luce il rischio che l'impianto restasse una cattedrale nel deserto, è riuscita a smuovere le acque attorno a questo progetto che ora, salvo improbabili colpi di scena, non vedrà più la luce. La patata bollente è nelle mani dell'attuale sindaco di Loria Simone Baggio, ironia della sorte uno che ha sempre osteggiato il progetto ritenuto faraonico e sovradimensionato rispetto alla realtà locale. Ora, da sindaco, Baggio non torna sulle vecchie battaglie ma cerca di guardare avanti valutando soluzioni alternative.
LA STORIA
L'impianto venne iniziato nel 2010 grazie ai 2,5 milioni versati al Comune da Geonova, ditta che aveva aperto una discarica in loco. Dopo alterne vicissitudini, quali i fallimenti di ditte appaltatrici, lavori sospesi e poi ripresi con iniezione di soldi da parte del Comune (500mila euro) e della Regione Veneto per pari importo, si è giunti a una lunga fase di stallo. In tutto al momento sono stati investiti 4 milioni di euro per un'area di 20mila mq che doveva comprendere una piscina, spogliatoi e un'area ricreativa. «Per terminare quest'opera ci vorrebbe un altro milione e mezzo di euro -spiega il sindaco, preoccupatissimo per il futuro del progetto- Manca tutta la parte impiantistica, idraulica, mancano centrale termica, di depurazione dell'acqua e tutta la parte esterna. Abbiamo una struttura in cemento, ma completamente vuota. I lavori sono bloccati e anche quando ci fossero le premesse per riprenderli non penso che il primo problema da risolvere a Loria sia completare il centro natatorio. Al momento la priorità del Comune sono le scuole dove dobbiamo impegnare alcuni milioni. Comunque una decisione la dobbiamo prendere e qualche idea ce l'abbiamo».
LE PROSPETTIVE
«Se, nonostante il nostro impegno, non salta fuori qualcuno che mette sul piatto un milione e mezzo per terminare il lavoro e poi prendersi in gestione la struttura -spiega il sindaco- allora dovremo pensare ad altro. Cosa? Potrebbe essere anche un concorso di idee. Chiederemo a degli architetti selezionati cosa si potrebbe fare di quest'opera, che tipo di riconversione potrebbe sopportare e a quali costi. Potrebbe essere che in quell'area sorga anche qualcosa di diverso da un mega impianto natatorio. Così di sicuro non può restare».
Gabriele Zanchin
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