«Li ha uccisi lui»: Papa verso il processo

Mercoledì 13 Marzo 2019
«Li ha uccisi lui»: Papa verso il processo
CISON
Duplice omicidio volontario aggravato, tentativo di distruzione di cadavere, furto e incendio. Questi i reati che il sostituto procuratore Davide Romanelli contesta a Sergio Papa negli atti di chiusura delle indagini sul duplice omicidio dei coniugi Loris e Annamaria Nicolasi, avvenuto il 1 marzo dello scorso anno nell'abitazione della coppia a Rolle.
LA NOTIFICA
La notifica è stata fatta ieri, a pochi giorni da quando il 35enne, che la Procura considera l'omicida dei Nicolasi, avrebbe dovuto uscire di galera per scadenza dei termini di custodia cautelare. Poi però è arrivata la richiesta di proroga da parte di Romanelli, parzialmente accolta dal gip (il pubblico ministero aveva chiesto 3 mesi, ne sono stati accordati 2 e mezzo), decisione che aveva scatenato una dura risposta da parte del legale di Papa, l'avvocato Alessandra Nava, che aveva parlato di «ingiustizia di una giustizia strumentalizzata ai tempi delle indagini, che non possono mai forzare le norme in tema di libertà personale di chi non è stato ancora rinviato a giudizio perché non ci sono prove dimostrative della sua responsabilità». I nuovi esami forensi su un telefono, che gli investigatori pensano potesse essere stato maneggiato dall'assassino e per i quali era stata richiesta la proroga, hanno dato esito negativo: sul cellulare non sono state trovate impronte digitali.
LE ACCUSE
Nella atto di chiusura delle indagini si legge che Papa avrebbe commesso il duplice omicidio di Annamaria e Loris Nicolasi trucidandoli con un oggetto a punta e tagliente. Si tratterebbe di una roncola che l'uomo avrebbe rubato dalla casetta degli attrezzi dei Nicolasi. Loris è stato colpito più volte, secondo la tesi dell'accusa, dopo una violenta lite. Prima un fendente allo stomaco che ha quasi eviscerato l'anziano, poi il l'affondo al collo, che stava per decapitare la vittima. A Papa viene contestato anche il tentativo di distruggere il cadavere di Nicolasi, ritrovato nel cortile di casa in un lago di sangue cosparso di una sostanza infiammabile, probabilmente del carburante.
Dentro alla casa, in cui il 35enne si sarebbe introdotto per rubare, Papa avrebbe messo le mani portandoseli via su due passaporti: uno di Loris Nicolasi, l'altro del padre di questo. Poi si sarebbe intascato anche le chiavi dell'abitazione e quelle della macchina dell'anziano, che però non è mai stata usata dopo l'omicidio. Infine il presunto assassino è accusato di aver rubato le chiavi di un'altra macchina (una Fiat 500) e del furto e incendio della Panda bianca che avrebbe utilizzato per allontanarsi dalla scena del delitto.
LA DIFESA
Loris e Annamaria Nicolasi vennero rinvenuti morti dalla figlia il 1 marzo. Il giorno prima la coppia aveva anche a dei vicini di aver sorpreso Papa nella loro proprietà e che avevano avuto un alterco con l'ex tossicodipendente. «Ero andato a chiedere ad Annamaria la ricetta delle frittelle» è stata la difesa di Papa, contro cui gioca però anche la testimonianza di un nordafricano con cui il 35enne avrebbe passato alcuni dei giorni successivi all'omicidio. «Eravamo in hotel e quando alla tivù hanno parlato dell'omicidio Papa si è messo a piangere dicendo di essere stato lui» ha raccontato il marocchino agli investigatori.
Denis Barea
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci