Il prefetto avvisa: «Via le bandiere dell'Europa? Contro la legge»

Lunedì 6 Aprile 2020
Il prefetto avvisa: «Via le bandiere dell'Europa? Contro la legge»
IL CASO
TREVISO «Facendo così violano le norme». Il prefetto Maria Rosaria Laganà è molto chiara: i sindaci che ammainano la bandiera della Ue non rispettano la legge. E in un momento come questo anche rispettare i simboli è importante. E lo è ancora di più quando le scelte diventano difficile ed è molto più facile protestare che andare oltre. Al prefetto non è sfuggita la protesta del primo cittadino di Gaiarine, Diego Zanchetta, che la bandiera Ue l'ha proprio ammainata e tolta sia dal suo ufficio che dall'ingresso del municipio. Una protesta palese contro quell'Unione Europea fredda alle richieste d'aiuto dell'Italia oltre che accusata di essere fin troppo succube ai voleri della Germania. Stessa iniziativa fatta anche da un altro primo cittadino, Alessandro Righi, che ha deciso di deporre polemicamente il vessillo blu con le dodici stelle dorate. Ma ci sono anche altri esempi, come Riccando Szumski, primo cittadino di Santa Lucia di Piave, che da sempre afferma molto chiaramente come la pensa sia per quanto riguarda l'Italia che l'Europa. Ma non solo. Il prefetto ha anche annotato le rimostranza dell'ex sindaco di Treviso Giancarlo Gentilini, che oltre a chiedere ai sindaci e a tutte le autorità di rimuove la bandiera Ue dai proprio uffici e dagli immobili pubblici, si è spinto fino al punto di augurarsi il rogo in piazza delle bandiere se l'Europa dovesse continuare a restare indifferente alle richieste italiane: «Non tollero - ha ribadito lo Sceriffo - che l'Italia sia considerata come l'ultima della classe. Sono Alpino, sono stato sindaco e ho giurato di difendere il tricolore e tutto quello che rappresenta. E intendo farlo. Il popolo italiano deve dare un segnale forte, avere uno scatto di dignità. Non possono trattarci così».
UN ERRORE
«Non credo che questi gesti, ammesso che agli uffici Ue ne giunga eco, serviranno alla causa», osserva il prefetto che in questi giorni sta facendo fronte a un mole immane di lavoro per tentare di arginare gli effetti devastanti della crisi legata all'epidemia di Coronavirus. Tentando di smorzare le polemiche, invita i primi cittadini e non solo loro a muoversi con buon senso, soprattutto nelle esternazioni pubbliche: «Togliere la bandiera significa violare le norme- ripete - e questo vale, ovviamente, soprattutto per chi ricopre una carica. Cerchiamo di essere concreti. Mi pare che il nostro Governo, sia pure a fatica, stia raggiungendo dei risultati». Ciò non toglie che qualche azione verrà fatta: «Vediamo che notizie mi verranno fornite dagli organi competenti. Non escludo di sentire i sindaci. Con una telefonata intendo, nessuna convocazione d'imperio. Le bandiere sono importanti».
LA POLEMICA
Intanto l'uscita di Gentilini, come al solito senza mezze misure, è quella che ha lasciato il segno maggiore. Parlando di bandiera Ue si è rivisto il sindaco incendiario dei tempi andati, quando le sue parole scatenavano polemiche furiose. E anche oggi non sono passate inosservate. Da sinistra si alza la voce di Coalizione Civica e Luigi Calesso, che rilancia la provocazione sulla bandiera: «Se Gentilini toglie la bandiera Ue, io vado a rimetterla», promette. «L'ex-sindaco arriva in ritardo con il suo salvinismo antieuropeista visto che anche il segretario della Lega negli ultimi giorni ha abbandonato la retorica sovranista in corrispondenza con importanti decisioni e segnali dell'Unione Europea nell'inequivocabile direzione di un pesante sostegno agli stati maggiormente colpiti dal Coronavirus e vittime delle conseguenze economiche dell'emergenza. Sono certo che il Sindaco non seguirà l'indicazione del suo predecessore di ammainare la bandiera europea dal municipio, se non altro perché ha già scontato la figuraccia della polemica, tanto preventiva quanto stucchevole, con il governo sugli stanziamenti per gli aiuti alimentari alle famiglie. Nel caso in cui il Sindaco decidesse di ammainare la bandiera europea sarebbe con estremo piacere che andrei a rimetterla, ovviamente non appena saranno terminate le attuali restrizioni alla libertà di movimento».
Paolo Calia
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