Il dottore del centro lascia: 1500 in allarme

Mercoledì 19 Febbraio 2020
IL CASO
TREVISO Non ci sono abbastanza medici di famiglia. L'allarme è definitivamente esploso. A fine febbraio Gianpaolo Milanese, 65 anni, lascerà il proprio ambulatorio di Galleria della Torre a Treviso per andare in pensione. E i dottori del resto della città non hanno posti per accogliere i suoi 1.545 assistiti. I medici in servizio sono praticamente al tutto esaurito. D'ora in poi sarà sempre peggio.
LA CAPORETTO
Quest'anno andranno in pensione 44 dottori di famiglia sui 540 che operano nell'intera provincia. Oltre l'8% in un colpo solo. Vuol dire che circa 45mila trevigiani saranno costretti a cambiare medico. Le previsioni dicono che tre quarti dei camici bianchi potranno essere sostituiti. Ma dieci zone rischiano di rimanere sguarnite. La situazione del capoluogo non è che la punta dell'iceberg. A breve andrà in pensione anche Mario Stellin, medico di famiglia con ambulatorio nel quartiere di Sant'Angelo, ormai sulla soglia dei 70 anni. Sono già state inviate le lettere per avvisare gli assistiti. A chi si rivolgeranno questi ultimi, se non ci sono posti nemmeno per i 1.545 trevigiani seguiti da Milanese? L'Usl della Marca sta cercando di mettere di volta in volta una toppa su ogni buco che si apre. Per coprire il vuoto che verrà lasciato nell'ambulatorio di Galleria della Torre, l'azienda sanitaria è corsa ai ripari affidando un incarico provvisorio a Mariana Laura Berrone, dottoressa 37enne che il primo marzo prenderà il posto di Milanese, entrando anche nelle medicina di rete assieme ai dottori Pier Luigi Fantin e Iginio Tomaselli.
«Dall'analisi della situazione assistenziale dell'ambito comprendente i comuni di Treviso, Silea e San Biagio confermano dall'Usl provinciale è emerso che i medici di medicina generale operanti nel territorio non sono in grado di riassorbire le scelte in carico al dottor Milanese». Da qui la decisione di ricorrere a un incarico provvisorio per scongiurare il rischio che oltre 1.500 trevigiani si ritrovino scoperti. «Per garantire la continuità dell'assistenza specifica l'azienda sanitaria con le medesime modalità». I pazienti di Milanese, insomma, passeranno in blocco alla Berrone, che presterà servizio fino a quando non verrà nominato un nuovo medico di famiglia titolare.
LA PUNTA DELL'ICEBERG
In estate, poi, dovrebbe andare in pensione anche Roberto Romoli, medico di famiglia 69enne con studio a San Liberale. Per evitare che tutto il quartiere si ritrovasse improvvisamente scoperto, l'Usl gli ha appena affiancato Alberto Malatesta, dottore di 32 anni che ha preso servizio proprio negli ambulatori di via Piemonte, accanto alla chiesae. Per San Liberale, quindi, non ci sarà un salto nel vuoto. Ma alla fine non si conterà comunque più di un medico nel quartiere a nord di Treviso. Una situazione simile a quella che vivono i residenti a San Giuseppe. Nel quartiere è rimasto un unico camice bianco: Paola Vanin, medico di famiglia di 64 anni. L'azienda sanitaria aveva tentato una mossa simile a quella che ha portato Malatesta a San Liberale. Nonostante gli incentivi, compresa la possibilità di aprire un ambulatorio nel contesto del centro servizi per anziani Menegazzi dell'Israa, però, tutte le ricerche per individuare nuovi dottori da inserire nel quartiere di San Giuseppe sono andate a vuoto. E ci sono anche altre fette di città che tirano avanti con un solo medico di base. A cominciare da San Zeno, dove il riferimento è l'ambulatorio di Paolo Malatesta, dottore di base di 67 anni. Per poi proseguire con Canizzano, dove opera solamente Flavia Di Toro, medico di famiglia di 65 anni. Al momento si riesce a metterci una pezza. Ma guardando semplicemente ai dati anagrafici è evidente come nel giro di un anno il problema della carenza di dottore di base diventerà gigantesco.
Mauro Favaro
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