IL CASO
TREVISO Se il Riccati piange, il liceo artistico non ride. Nel corso

Giovedì 22 Agosto 2019
IL CASO TREVISO Se il Riccati piange, il liceo artistico non ride. Nel corso
IL CASO
TREVISO Se il Riccati piange, il liceo artistico non ride. Nel corso del nuovo anno scolastico, ormai alle porte, festeggerà il mezzo secolo di vita. In cinquant'anni è diventato una vera e propria istituzione per Treviso. Nonostante questo, però, non si è mai riusciti a risolvere il nodo della carenza di spazi. E anche quest'anno scoppia. Da una parte, dunque, c'è l'istituto tecnico commerciale di piazza Vittoria che ha pochi giorni per trovare un posto a 100 studenti, condizione oggettivamente drammatica. Dall'altra i quasi 800 studenti dell'artistico sono costretti a stringersi all'interno delle tre sedi: quella centrale di Santa Caterina, via Tolpada e la sede Prati di via dei Mille. Senza contare che ancora non si sa se la palestra del Coni utilizzata dalla scuola tornerà a essere agibile, eventualità che finisce per complicare ulteriormente le cose. Insomma, si fanno i salti mortali utilizzando tutti i locali a disposizione, sperando che siano sufficienti. Ma non mancano gli effetti collaterali. Il primo è l'allungarsi della lista d'attesa composta da ragazzi che sperano di poter trovare un posto se altri dovessero lasciare. L'altro riguarda la necessità di sacrificare parte dei laboratori. Un peccato mortale in un liceo dove si lavora con i computer, sì, ma anche con scalpellini e pennelli. L'istituto che da settembre sarà guidato dalla preside Sandra Messina, in arrivo dal Besta, punta a svilupparsi e ampliarsi. «Stiamo facendo tutto il possibile per adattarci. Sono in corso alcuni lavori di sistemazione delle aule. Una volta terminati, distribuiremo i nostri sette corsi -fa i conti Raffaello Padovan, docente collaboratore del dirigente scolastico e referente della Galleria dell'artistico di via Carlo Alberto- ci servirebbero almeno quattro aule in più, come minimo. Una potrebbe anche essere utilizzata a rotazione, in modo da rispondere a diverse esigenze».
IL VINCOLO
Tutto ciò con un vincolo ben preciso: i nuovi spazi devono essere individuati all'interno del centro storico di Treviso. Su questo l'artistico non transige. La scuola ha già messo nel mirino il palazzo dell'ex catasto, di proprietà pubblica, sempre nella zona di Santa Caterina. «La nostra scuola ha un'identità urbana. Non è possibile pensare di spostarla in campagna. Abbiamo bisogno di avere il museo accanto e di respirare la città, dove organizziamo eventi e curiamo la nostra Galleria. Abbiamo anche fatto dei sondaggi: questi dicono chiaramente che se ci spostassimo fuori perderemmo studenti -rivela il prof- negli anni 90 la Provincia aveva messo nero su bianco un progetto per sviluppare la scuola nei locali dell'ex catasto. Quello stabile è vuoto e abbandonato da ormai 40 anni. Riprendere il progetto a suo tempo lasciato in disparte potrebbe essere la via giusta».
LA GESTIONE
Parole pronunciate guardando alla Provincia, l'ente chiamato a gestire gli edifici delle scuole superiori. Negli ultimi cinque anni i tagli hanno messo il Sant'Artemio alle corde. Ma adesso le cose stanno cambiando. E chissà che questo non apra spiragli anche per la nuova sede del liceo artistico. Un primo passo non sarebbe nemmeno troppo complicato. «Abbiamo l'obbligo di mantenere l'archivio della maturità. Nel nostro, però, non ci sono solo compiti, ma anche gessi, sculture e così via -sottolinea Padovan- in cinquant'anni si è ovviamente accumulato molto materiale. Già solo trovare uno spazio esterno da adibire a magazzino consentirebbe di recuperare un paio di aule».
NODO RICCATI
Al Riccati la situazione è più grave. Qui si è in conclamata emergenza. L'istituto tecnico economico ha la necessità di trovare almeno cinque aule in più, ma sarebbe meglio sette, entro l'11 settembre, giorno di inizio del nuovo anno scolastico. Ci sono oltre cento ragazzi già iscritti che rischiano di restare senza classe. Nella sede centrale di piazza Vittoria verranno utilizzati anche i laboratori e le sale insegnanti. Ma non basta. La Provincia, dopo aver inutilmente cercato nuovi spazi nel seminario vescovile, non è riuscita a individuare una soluzione. E ha ripassato la palla alla scuola. «Alla Provincia ho rivolto richieste istituzionali -scandisce la preside Luisa Mattana- e attendo risposte istituzionali». Anche il Comune proverà a dare il proprio contributo per risolvere l'impasse. Lo stesso sindaco Conte è pronto a fare qualcosa: «Non credo che in questo momento riusciremo ad andare incontro alle loro esigenze, ma se sarà necessario faremo comunque una verifica». Infine, pure il liceo scientifico Da Vinci conta una classe in più dell'anno scorso. Ma in questo caso la scuola riuscirà a distribuire tutti gli studenti usufruendo delle sette aule che ha già a disposizione all'interno dell'istituto per geometri Palladio. «Ci sarà in particolare un'aula per il disegno -tira le fila Mario Dalle Carbonare, preside del liceo- che verrà utilizzata in modo alternato».
Mauro Favaro
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