Esami truccati per la patente: 31 indagati

Venerdì 18 Settembre 2020
Esami truccati per la patente: 31 indagati
L'OPERAZIONE
TREVISO Superare gli esami e ottenere la patente senza conoscere le basi minime del Codice della strada e senza nemmeno aver mai guidato un'auto. Quel che sembra impossibile è invece accaduto almeno una trentina di volte in Veneto, Trentino e Lazio grazie a un'autoscuola con sede a Treviso. L'esercizio oggi è chiuso e la titolare (già nota in passato per altre irregolarità nello stesso ambito) è stata denunciata, ma per anni ha portato avanti un giro illecito truffando le motorizzazioni civili e facendo conseguire a cittadini africani (dietro lauto compenso) la patente di guida senza bisogno di sostenere corsi ed esami. Sono 31 le persone ad oggi indagate, individuate al termine di una lunga indagine condotta dalla polizia stradale del Veneto sotto la direzione della procura veneziana attraverso il sostituto procuratore Giovanni Gasparini. Alla base del successo della truffa vi era un'organizzazione accuratamente oliata, comprendente decine di persone che procacciavano i clienti all'interno della vasta comunità africana veneta e che li sostituivano conseguendo il titolo di guida al loro posto.
LA STRATEGIA
A orchestrare il tutto era Vincenza Badioli, 64enne nata a Benevento e residente a Treviso, dove era stata anche autista della Actt prima di aprire l'autoscuola Patente Go. Tra i clienti vi erano numerosi africani che, pur di conseguire la patente italiana, erano disposti a pagare 2.500 euro ciascuno per far sostenere ad altri l'esame di guida. Negli anni infatti la titolare aveva raccolto attorno a sé un gran numero di persone, anch'esse tutte di origine africana ma residenti tra la Marca, il Veneziano e il Padovano e già titolari di una regolare patente. A loro spettava il compito di sostituire fisicamente i clienti paganti, i quali in alcuni casi non avevano mai guidato un'auto e nulla sapevano delle regole sulla viabilità. Nonostante pagassero l'autoscuola non seguivano infatti nessun corso o prova pratica poiché agli esami, a cui si iscrivevano come privatisti, si presentavano poi i complici dell'agenzia. Questi ultimi venivano accuratamente selezionati con le più svariate caratteristiche fisiche: diverse altezze, corporature, tratti somatici, tagli di capelli e quant'altro. Ciò serviva per avere a disposizione un'ampia varietà di soggetti tra i quali scegliere di volta in volta quello più somigliante al candidato che doveva presentarsi all'esame. Per essere ancor più efficaci, il prescelto arrivava anche a tagliare o lasciar crescere capelli, barba e baffi, a mascherarsi con parrucche, occhiali e altri travestimenti. Anche i documenti venivano abilmente contraffatti, spesso sostituendo le fototessere dei veri candidati con quelle dei truffatori.
L'INDAGINE
Nel 2017 alcune motorizzazioni hanno segnalato casi sospetti, in particolare quella di Venezia che ha fatto scattare l'indagine. Dato particolare, rispetto ad altri circoscritti episodi di esami falsificati, in questi casi i finti candidati sostenevano di persona anche le prove pratiche. Si spostavano in diverse zone per dare meno nell'occhio, con casi scoperti a Treviso, Padova, Venezia, Rovigo, Vicenza, Belluno, ma anche Trento e Roma. Nella capitale, nel 2017, fu arrestato il ghanese Larbi Aryeh Simons dopo essere stato smascherato in flagranza. Ne nacque un'indagine capillare, che ha portato alla luce 45 episodi e al sequestro di 15 patenti ottenute con la truffa, oltre al blocco di numerosi esami.
Serena De Salvador
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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