Energia, truffa e arresti «Dubbi sulla competenza»

Giovedì 19 Settembre 2019
IL CASO
TREVISO Gli avvocati difensori dei tre imprenditori veneti finiti ai domiciliari dopo gli arresti scattati da parte della Guardia di Finanza di Treviso sulla truffa dei certificati energetici «potrebbe esserci una questione di competenza territoriale». Ma per il sostituto procuratore della Repubblica di Treviso Davide Romanelli, il magistrato che ha condotto l'inchiesta che ha portato a 28 indagati tra imprenditori titolari di 15 società sparse un po' per tutta Italia, le menti del raggiro sono i trevigiani Paolo Freda e Roberto Impedovo, ora agli arresti domiciliari. Cosa questa che indicherebbe chiaramente come la competenza sia proprio della Procura trevigiana. La vicenda è quella dello scandalo dei cosiddetti certificati bianchi o titoli di efficienza energetica, che oltre a Freda e Impedovo, coinvolge anche la padovana Mara Franchin, come gli altri due titolare di una Esco, le Energy Service Company che effettuano interventi finalizzati a migliorare l'efficienza energetica, assumendo su di sé il rischio dell'iniziativa e liberando il cliente finale da ogni onere organizzativo e di investimento. In questo caso si sarebbe invece trattato di una colossale truffa in grado di generare una mastodontica evasione fiscale di almeno mezzo miliardo di euro. Il meccanismo era quello di far usufruire di rimborsi fiscali per impianti energetici mai eseguiti. Per il gip di Treviso, che nei confronti dei 28 indagati, titolari di 15 società di servizi, ha accolto la richiesta di sequestro di beni per 110 milioni di euro tra Padova, Frosinone, Cosenza e Treviso, non vi sarebbero però gli estremi dell'associazione a delinquere.
L'inchiesta Energia Cartolare, avviata un anno fa dalla Gdf di Treviso, ha scoperchiato un giro di evasori totali oppure imprenditori che presentavano, per le loro aziende, dichiarazioni annuali con valori irrisori o incongrui rispetto a quelli indicati dai clienti. «Si tratta di un'inchiesta di grande importanza - ha spiegato il colonnello Alessandro Serena, comandante provinciale della Guardia di Finanza di Treviso - avviata grazie all'intuito del Nucleo di Polizia economico e finanziaria che si è resa conto che i fornitori che avrebbero dovuto aver eseguito i lavori di efficientamento energetico risultavano invece degli evasori».
de.bar.
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