Una chiesa piena di dolore per l'ultimo saluto a Remo

Martedì 3 Dicembre 2019
SARZANO
ROVIGO Un cuscino di rose bianche appoggiato sulla bara, l'ultimo dono della sua amata madre Zefferina. Accanto, la sciarpa del Milan riposta dall'amico Michele Mazzucato, barbiere del centro che con l'edicolante condivideva la passione per il calcio. Tanta la commozione a Sarzano, dove si sono svolti i funerali di Remo Cappon, il proprietario dell'edicola di piazza Garibaldi, spentosi pochi giorni fa a 58 anni dopo una lunga malattia. Una chiesa gremita ha riunito il dolore di due comunità, quella della frazione, dove Cappon viveva con l'anziana madre, e quella di Rovigo, dove lavorava con dedizione nella sua storica edicola di fronte al bar Borsa. Accanto alla madre, stretti nel dolore, la sorella Lauretta e i nipoti Dario ed Enrico. Ad attendere il feretro dell'edicolante, amato per le sue gentilezza e cortesia, anche il grande amico Roberto Altieri. «Un dolore immenso - le sue parole - Remo lascia un vuoto incolmabile nella mia vita e in città. Ogni giorno lo andavo a trovare, ci piaceva parlare di calcio, lui era milanista e io interista. Ogni volta era una battuta, tra un caffè e un altro che ci offrivamo a vicenda. Anche ieri ho lasciato un caffè sospeso al bar per il mio amico Remo, non riesco ancora a crederci che non arrivi più in piazza per aprire la sua edicola. Soprattutto, posso dire di non avere mai conosciuto nella mia vita una persona più gentile e onesta».
Leggendo i social in questi giorni, ha raccontato il parroco di Mardimago e Sarzano don Franco Ferrari «ho compreso la grande stima e amicizia di tante persone nei confronti di Remo. E se questo dà un certo sollievo, non è certo sufficiente per lenire il dolore che proviamo».
Tanti i rodigini arrivati a Sarzano per dare l'ultimo saluto all'edicolante di piazza Garibaldi, tra questi l'ex consigliere comunale Renato Borgato, Fabio Baroni e l'ex proprietario del Caffè Borsa Lorenzo Paparella, che per tanti anni ha incontrato Remo ogni giorno all'alba, entrambi in piazza per aprire le rispettive attività. Da qualche anno Cappon trascorreva sue giornate seduto su una seggiolina accanto alla sua edicola piena zeppa di riviste. «Forse voleva inviarci un messaggio, - le parole di una sua cliente ai funerali - quello di staccarsi dalle cose materiali e di concentrarsi sui rapporti umani, sulle persone. Lui, uscendo dalla sua edicola, in qualche modo, lo ha fatto. Ha scelto di stare tra la gente, senza negare un gentile saluto a nessuno. Era uno di famiglia e ci mancherà molto».
Roberta Merlin
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