Scuola, contagi ma nessun focolaio Tovo: «Tra i banchi rischi minimi»

Martedì 9 Marzo 2021
Scuola, contagi ma nessun focolaio Tovo: «Tra i banchi rischi minimi»
LA SCUOLA
ROVIGO «Le scuole in città possono restare aperte: le possibilità di contagio tra i banchi sono davvero poche». L'assessore all'Istruzione Roberto Tovo non è preoccupato per la situazione dei contagi, in quanto i numeri dei positivi nei diversi istituti cittadini, per il momento, sarebbero ancora sotto controllo. Proprio ieri, il governatore Luca Zaia ha annunciato la chiusura, dalla seconda media in poi, in alcune scuole del Veneto a causa del rapido aumento dei contagi, in particolare nel Padovano e nel Veronese, oltre che a Treviso. Rovigo, però, nonostante l'aumento dei contagi rilevato nell'ultima settimana, sembra essere salva. Materne, elementari e medie, almeno fino a Pasqua, non dovrebbero chiudere. A rischio però, in caso di un ulteriore aumento dei contagi, le superiori con un ritorno alla Dad per migliaia di studenti polesani. Zaia, ieri, ha infatti annunciato che appena il Veneto toccherà i 250 casi per 100 mila abitanti, limite stabilito dall'ultimo Dpcm, si chiuderà subito tutto.
MONITORAGGIO CONTINUO
«Per quanto riguarda gli asili e le elementari della città spiega Tovo , qualche contagio c'è stato ma non si sono verificati focolai importanti da far pensare che la scuola sia uno delle principali veicoli del virus». «All'interno dei diversi istituti continua sono stati infatti rispettati i rigidi protocolli previsti per l'apertura, dal distanziamento, all'igienizzazione delle mani, alla distribuzione di dispositivi di protezione». «La scuola, come è stato più volte ribadito sottolinea l'assessore all'Istruzione -, non è la causa dell'impennata della curva. I contagi nelle strutture comunali che accolgono bambini dai 0 ai 6 anni sono stati dunque ridotti al minimo grazie alle precauzioni adottate anche da parte dei genitori che si sono impegnati, in questo modo, a non mettere a rischio questo importante servizio.
SCUOLE SUPERIORI
Più difficile, invece, la gestione degli istituti superiori. «Qui ha spiegato Tovo -, i contagi non sono avvenuti in aula, ma spesso utilizzando i mezzi pubblici di trasporto per raggiungere la scuola. In questo caso, infatti, a muoversi sono grandi flussi di studenti provenienti da diversi Comuni della provincia». A prova che la scuola, sul fronte del virus, è un luogo sicuro, anche il fatto che i contagi che hanno riguardato docenti e personale sono stati perlopiù attribuiti a focolai familiari e non sono dunque avvenuti all'interno dell'ambiente di lavoro, dove, al contrario, vengono adottate tutte le precauzioni del caso. A confermare la tesi dell'assessore Tovo, anche la direttrice delle Malattie Infettive dell'Università di Verona Evelina Tacconelli, sabato scorso in città per lo screening ai giovani all'ora dell'aperitivo. «Le scuole del Veneto sono organizzate come degli ospedali ha detto l'infettivologa -, voglio fare un plauso a tutti i dirigenti che fin da settembre hanno applicato in modo puntuale i protocolli anti-Covid, grazie ai quali oggi è possibile continuare a mantenere le scuole aperte, anche nel cuore di questa terza ondata». L'assessore Tovo, docente universitario ed ex presidente del Cur, non boccia poi la soluzione della didattica a distanza. «Per quanto riguarda l'Università - ha infatti spiegato -, la Dad può essere un importante strumento che, da questa esperienza, andrà a modificare positivamente le modalità di fare lezione sfruttando al meglio le tecnologie». Per l'istruzione di primo e secondo grado, invece, l'attività in presenza si è rilevata essenziale per l'apprendimento e la socializzazione necessaria nella crescita anche personale degli studenti.
Roberta Merlin
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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