«Prefettura troppo rigida, centri estetici penalizzati»

Venerdì 22 Gennaio 2021
«Prefettura troppo rigida, centri estetici penalizzati»
SALONI DI BELLEZZA
ROVIGO Chi abita fuori Rovigo, con il semaforo arancione, non può raggiungere il capoluogo per andare dal suo parrucchiere o estetista di fiducia. A confermare il divieto imposto dal Dpcm ora è anche la Prefettura. Un disagio importante, non solo per i clienti, ma soprattutto per i tanti saloni di parrucchieri ed estetisti presenti nel territorio rodigino che, pur restando aperti, si sono visti dimezzare, in certi casi, il giro d'affari.
LA CONTESTAZIONE
«Il divieto di spostarsi da Comune a Comune in tutta la provincia per recarsi dal parrucchiere o dall'estetista è stato confermato anche dalla Prefettura di Rovigo a seguito della nostra richiesta di indicazioni spiega la presidente di categoria di Confartigianato Polesine Tiziana Chiorboli - Sulla scorta di quanto previsto dall'articolo 2, comma 4, del Dpcm del 3 dicembre, rientrando il Veneto nelle limitazioni previste per le zone arancioni, è vietato ogni spostamento in un Comune diverso da quello di residenza, domicilio o abitazione per svolgere attività o usufruire di servizi non sospesi e non disponibili in tale Comune». «Come già specificato dalle Faq della Regione Veneto, la Prefettura di Rovigo prosegue Tiziana Chiorboli non valuta la fiduciarietà del rapporto tra cliente ed esercente quale elemento da considerarsi tale da giustificare l'uscita dal Comune di residenza».
VALUTAZIONI DIVERSE
Non tutte però le Prefetture d'Italia delle aree arancioni hanno dato la medesima indicazione. «Diverse invece le indicazioni dei prefetti, che a Cremona, Sondrio, Brescia, Milano e Torino hanno concesso libertà agli spostamenti per appuntamenti negli esercizi in cui i clienti vengano ricevuti singolarmente spiega Chiorboli- La Prefettura di Vicenza, ad esempio, concede alla clientela spostamenti oltre i confini comunali, basandosi sul principio di ragionevole contiguità nei comuni confinanti rispetto alla residenza dell'utente».
LA PROTESTA
Secondo la rappresentante degli acconciatori polesani «questa disparità di indicazioni tra territori anche della stessa regione rappresenta una violazione della libertà di scelta dei clienti stessi». «Non è nei nostri saloni che si prende il virus afferma Chiorboli -, perché il Covid-19 circola dove c'è assembramento e dove non si rispettano le regole di igiene e di sicurezza. In questo modo si rischia di non indirizzare gli sforzi verso i comportamenti veramente rischiosi, che vanno al contrario sanzionati. Nei nostri saloni si accede un cliente alla volta e solo su appuntamento, gli operatori sono scrupolosi e gli ambienti sono sanificati. Inoltre, i clienti restano all'interno degli esercizi per poco tempo e sono distanziati. Lavoriamo dunque in totale sicurezza». «Impedire questo tipo di spostamenti conclude la portavoce dei parrucchieri polesani - è ingiusto e irragionevole. Nell'osservanza delle disposizioni impartite, auspichiamo dunque che, a tutti i livelli, in futuro venga messo in campo il buon senso nell'individuazione e successiva imposizione di ottemperanza alle leggi».
Roberta Merlin
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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