(F.Cam.) Aveva chiesto il riconoscimento della protezione internazionale, fuggito dal Pakistan, dopo essere stato allontanato dalla famiglia e aver perso il lavoro a causa della condizione di alcolista, ma la Commissione territoriale competente glielo ha negato. Nel dicembre 2016 il Tribunale ha respinto il suo primo ricorso e la Corte d'Appello, due anni dopo gli ha dato torto. Il pakistano, che è stato ospitato dal sistema di accoglienza territoriale, si è rivolto anche alla Cassazione, ma il ricorso è stato respinto. La Corte aveva rilevato che le ragioni dell'espatrio, così come presentate, ovvero un'emarginazione sociale e familiare dovuta alla dipendenza di alcol, «non possono essere ricondotte alle fattispecie assunte come rilevanti dal vigente sistema della protezione internazionale e che il ricorrente non ha allegato situazione di vulnerabilità alla propria persona». Nella sentenza della Corte il pakistano, tramite il proprio avvocato, lamentava la «violazione del dovere di cooperazione istruttoria per la mancata verifica delle attuali condizioni socio-politiche del Pakistan, con riguardo allo status sociale delle persone affette da dipendenza» da alcol. Tuttavia, scrivono i giudici, «trascura di indicare le ragioni per cui l'abuso di sostanza alcoliche dovrebbe dare corso al diritto di rifugio. Tanto più che ha sconfitto la sua dipendenza».
© RIPRODUZIONE RISERVATA Hai scelto di non accettare i cookie
La pubblicità personalizzata è un modo per supportare il lavoro della nostra redazione, che si impegna a fornirti ogni giorno informazioni di qualità. Accettando i cookie, ci aiuterai a fornire una informazione aggiornata ed autorevole.
In ogni momento puoi modificare le tue scelte tramite il link "preferenze cookie".