«Licenziamenti alle Onoranze colpa del sindaco»

Giovedì 26 Aprile 2018
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ROVIGO «Si assumano la responsabilità di quanto è accaduto ai quattro lavoratori rimasti a casa da Asm Onoranze funebri. La cessione di quella partecipata è stata fortemente voluta dal sindaco Massimo Bergamin, dagli assessori Susanna Garbo e Stefano Falconi e dell'amministratore di Asm, Alessandro Duò».
L'accusa giunge da Mattia Moretto e Giorgia Businaro, consiglieri del Pd. Entrambi chiedono che venga trovata una soluzione per il licenziamento dei dipendenti della ditta di onoranze funebri, visto che «in consiglio comunale ci venne spiegato che nessun dipendente sarebbe rimasto senza lavoro a seguito della cessione».
CONSIGLIO SPECIALE
Su iniziativa di Moretto verrà presto convocato un consiglio comunale monotematico proprio sulla vicenda della cessione a un privato della ditta di onoranze funebri, un tempo gestita dalla municipalizzata del Comune. «Questa amministrazione prima combina i guai, poi spera che la gente dimentichi quello che hanno fatto - riprende il giovane consigliere del Pd - non si può tacere su tutto questo, visto che l'assessore Garbo, parlando in consiglio, ci disse con enfasi di stare tranquilli perché i lavoratori non sarebbero stati a rischio. Direi proprio che hanno lavorato bene e per fortuna che c'era enfasi».
AMAREZZA
«Si notava la rilassatezza con cui è stata gestita la faccenda - prosegue Moretto - , è stata presa sotto gamba da Asm e dal suo amministratore Duò, nonostante i sindacati avessero mosso delle perplessità. Dopo pochi mesi, infatti, sono a casa in quattro e non è detto che non ne rimangano a casa altri. L'amministrazione non ha salvaguardato i lavoratori. Non andava fatto perché loro lavoravano, perché i funerali venivano fatti. Mi dicevano che si occupavano persino di tirare su i morti dalle strade in maniera gratuita, adesso chi svolge questo compito? Non c'erano nemmeno dei numeri che giustificassero questa scelta. Bisogna assolutamente trovare una soluzione. È gente che ha fatto il concorso, che ha bambini e mutui e che sono rimasti a casa».
LE ACCUSE
Businaro, che fu tra i primi consiglieri a sollevare la questione, spiega che il consiglio comunale monotematico è stato richiesto per tre motivi: «Per le famiglie, perché non possono rimanere senza lavoro; per una questione amministrativa, sul discorso della revisione delle quote e delle partecipazioni in cui avevamo già mostrato le nostre perplessità; soprattutto per la questione politica. Hanno dichiarato che i lavoratori non avrebbero dovuto temere nulla. Il sindaco mi dicono che non abbia mai voluto incontrare i sindacati. Adesso cosa si può fare? È un'azienda privata, ma i lavoratori erano assunti con concorso, Duò e il sindaco si devono assumere la responsabilità. I lavoratori rimasti a casa sono tutti della Cgil, spero che sia solo una coincidenza».
Alberto Lucchin
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