Imperversano lungo il Po 400 bracconieri divisi in squadre

Sabato 9 Maggio 2020
Imperversano lungo il Po 400 bracconieri divisi in squadre
DELTA
Dal report Traffic sui commerci abusivi di pesce nell'Unione Europa, emerge che i traffici non siano diretti solo in Italia, ma anche verso l'Europa dell'est. Anzi, l'Italia sarebbe tra i principali esportatori illegali di anguille verso il sud est asiatico. Le indagini stimano la presenza nell'area del Po di circa 400 bracconieri, per un totale di 35 squadre conosciute composte da un minimo di sei e un massimo di quindici individui, capaci di fatturare fino a 20mila euro a settimana.
LA PETIZIONE
Il Wwf ha attivato una petizione per chiedere all'Organizzazione mondiale della sanità di raccomandare la chiusura dei mercati di animali selvatici ad alto rischio e che vengano adottate regole ancora più stringenti nei confronti dei commerci di fauna selvatica. L'obiettivo è di tutelare la salute umana e il benessere degli animali che sono al centro di questi traffici, riducendo al contempo la domanda di questi prodotti che viene perlopiù soddisfatta da un lucroso bracconaggio. A dispetto della convinzione che animali selvatici appartenenti a specie protette e in via d'estinzione sia un fenomeno localizzato in Africa o Asia, già nel report del 1918 Bracconaggio Connection il Wwf denunciava come l'Italia presentasse un alto tasso di criminalità ambientale, con illeciti traffici nazionali e internazionali finalizzati ad alimentare mercati quali quello della ristorazione o del collezionismo. Da nord a sud, si va dai piccoli uccelli -nelle ricette tradizionali venete compare la polenta e osei- ai rapaci, dai lupi agli orsi, dagli istrici ai ghiri, per arrivare ai delfini.
TRAFFICO ILLEGALE
«Il traffico illegale di specie selvatiche ha avuto, e continua ad avere, un profondo impatto sulla conservazione della biodiversità, in quanto causa di estinzione o rarefazione di specie, introduzione di specie aliene, spesso invasive, e propagazione di patologie», sottolinea il Wwf. Nel bacino del Po si concentra il prelievo e commercio illegale di specie ittiche da parte di bande di pescatori che utilizzano metodi altamente distruttivi per la fauna ittica: veleni, strumenti meccanici come l'elettrostorditore. Con quest'ultimo dispositivo, in grado di uccidere, stordire o mettere in fuga il pesce per mezzo di scariche elettriche, i pescatori illegali sono in grado uccidere o concentrare carpe, cavedani o anguille in determinate zone e quindi, con l'impiego di reti da pesca vietate di tipo tramaglio, per poi effettuare vere e proprie razzie. Un commercio che ha ormai assunto dimensioni preoccupanti e, naturalmente, che viene effettuato quasi esclusivamente senza alcun tipo di autorizzazione, violando le normative in materia di pesca professionale nelle acque interne, oltre a quelle igienico sanitarie previste dall'ordinamento. La petizione promossa dal Wwf si può sottoscrivere su wwf.it/illegaltrade.
Enrico Garbin
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