EDILIZIA PRIVATA
ROVIGO La crisi a Rovigo non è ancora finita. Lasciato

Lunedì 6 Gennaio 2020
EDILIZIA PRIVATA
ROVIGO La crisi a Rovigo non è ancora finita. Lasciato alle spalle il 2019, il settore Edilizia Privata del Comune analizza i numeri ottenuti durante gli ultimi 12 mesi. E non sono per niente buoni. Emerge, infatti, un brutto calo delle richieste di permessi di costruire rispetto all'anno precedente, segno che forse il capoluogo polesano non ha ancora visto la ripresa in uno dei settori-chiave dell'economia. La speranza è che le leggi regionali approvate alla fine dell'anno appena conclusosi diano una spinta all ramo delle costruzioni, ritenuto quello con il moltiplicatore economico maggiore, quello che più di altri determina il benessere economico.
PERMESSI DI COSTRUIRE
Le richieste di permesso edilizio rilasciate nel 2019 dalla sede distaccata del municipio in via Badaloni, dove una volta sorgeva l'ospedale cittadino, non sono neppure un centinaio: sono solamente 96, ben 44 in meno rispetto al 2018. L'altro dato che spaventa è quello delle pratiche, dove si vede un calo del 22% sempre rispetto all'anno precedente. Da queste statistiche emerge in maniera piuttosto chiara che a Rovigo si costruisce meno, il che non è un bene per l'ambiente, perché si sta parlando di edilizia a 360 gradi. La situazione, infatti, non implica automaticamente che ci sia stata una minore cementificazione del territorio, ma che le ristrutturazioni sono poche e quindi che il consumo energetico degli edifici più vecchi è ancora molto ampio.
LA SITUAZIONE
A Rovigo ci sono complessivamente 10.868 edifici, di cui solo il 6,7 per cento di questi non è ad uso abitativo ed il 4,6 per cento non è utilizzato. Degli edifici ad uso abitativo, poi, va considerato che il 22,6 per cento è stato costruito nel secondo dopoguerra, tra il 1946 ed il 1961, e il 21,6 per cento tra il 1962 e il 1971. Un periodo storico in cui, oltre a non esistere alcuna norma riguardante il risparmio energetico, non c'erano neppure le tecnologie e gli accorgimenti odierni per costruire guardando alle future spese di mantenimento di quello stesso edificio. Quindi Rovigo è una città con edifici molto vecchi ed energivori, che costano tanto in termini di mantenimento per chi ci vive e per la collettività, guardando allo spreco energetic.
ENERGIA DISSIPATA
La conferma giunge dai dati dei Pm10: se la Città delle Rose è la più inquinata del Veneto non è esclusivamente per colpa del traffico veicolare, ma anche per colpa dei sistemi di riscaldamento domestico che da giorni stanno funzionando ininterrottamente. La maggior parte delle caldaie, infatti, ha oltre 10 anni e producono gas di scarico equivalenti a un'utilitaria. In un edificio di recente costruzione, al di là del sistema di riscaldamento installato, c'è una dispersione termica minore e quindi l'impianto funziona meglio e consuma meno. Per questo le riqualificazioni e le ristrutturazioni, a prescindere dal valore economico dell'opera, hanno molteplici benefici. Una mano al settore edile, quindi, potrebbe giungere dalle recenti norme regionali.
NUOVE NORME REGIONALI
Sono una serie di leggi approvate il 27 dicembre, che dovrebbero incentivare i residenti in Veneto a recuperare spazi inutilizzati e sanare situazioni non corrette, senza però distruggere ulteriore territorio. Una di queste, per esempio, riguarda il recupero a fini abitativi dei sottotetti realizzati fino alla data del 6 aprile 2019 per l'ampliamento dell'abitazione esistente. La Regione dà così la possibilità a chi fosse interessato di costruire un ulteriore bagno o una nuova camera, senza pero potervi realizzarvi nuove unità abitative. La legge offre la possibilità di sanare le difformità edilizie, sbloccando eventuali compravendite bloccate per vecchi interventi edili mai dichiarati.
Alberto Lucchin
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