ECONOMIA
ROVIGO Il conto alla rovescia sul portale della Confindustria di Venezia

Venerdì 8 Novembre 2019
ECONOMIA
ROVIGO Il conto alla rovescia sul portale della Confindustria di Venezia e Rovigo segna meno 53 giorni, con ore e minuti che scemano via via. Il suo incedere ora, però, sembra essere meno inesorabile, perché l'incursione romana di mercoledì sembra aver dato ossigeno alle speranze del Polesine di poter veder riconosciuta la Zes, la Zona economica speciale, in 16 dei suoi comuni insieme all'area di Marghera.
IL COMMENTO
Particolarmente soddisfatto dell'esito di quella che definisce «fruttuosa improvvisata a Roma» è il sindaco di Trecenta, Antonio Laruccia, che ne è stato il primo ispiratore insieme al presidente della Provincia Ivan Dall'Ara. E che racconta come si è sviluppata l'idea: «La settimana scorsa, nel prendere atto del silenzio totale calato a livello istituzionale governativo sulle speranze per il nostro territorio, ben 16 Comuni di attivazione della Zes e tenuto conto che la Legge di bilancio è in dirittura di arrivo, ho chiesto ai sindaci interessati se ritenevano opportuno un intervento diretto a Roma sulla Camera dei deputati e sul Governo. I sindaci in massa hanno immediatamente aderito e grazie all'onorevole Piergiorgio Cortelazzo e ai contatti istituzionali del sindaco di Polesella Leonardo Raito, ho provveduto a organizzare il viaggio. Hanno partecipato 13 sindaci su 16, il presidente della Provincia Dall'Ara non ha potuto partecipare per altri impegni, pertanto ho rappresentato anche la Provincia e ho provveduto a contattare l'Ufficio statistico provinciale perché venisse predisposta relazione dettagliata sugli indicatori di crisi sul territorio».
Della delegazione, in rappresentanza di Confindustria, che ha realizzato il progetto per la Zes veneta, faceva parte anche il vicedirettore e direttore territoriale di Rovigo Massimo Barbin. Laruccia racconta degli incontri a Montecitorio con i deputati di Italia viva Sara Moretto e Luigi Marattin. A quest'ultimo, spiega il sindaco di Trecenta, «dopo una carrellata sulla situazione di crisi dell'intero Polesine, ho consegnato copia del documento allegato e ci sono stati alcuni interventi. Il primo pomeriggio ci siamo spostati a Palazzo Chigi: purtroppo il ministro era impegnato sulla questione Ilva, pertanto siamo stati ricevuti dal capo di gabinetto che aveva buona conoscenza della problematica Zes. Ho osservato la diligenza, la competenza e la disponibilità finalizzata alla ricerca della soluzione normativa ottimale per il nostro Polesine. Abbiamo avuto risposte positive».
PARLAMENTARI IN CAMPO
Il ringraziamento è a quanti hanno contributo al buon esito della spedizione, compresi i tre parlamentari polesani, la badiese Giacometti e i due d'adozione Cortelazzo e Toffanin. Da parte del consigliere regionale Graziano Azzalin arriva un plauso all'azione dei sindaci. «I nostri amministratori hanno dimostrato di non arrendersi e di voler lottare per un obiettivo alto e comune». Non manca, però, una tirata d'orecchi alla Regione: «Dispiace che la giunta, a parole, sempre attenta alle autonomie e ai territori non abbia per ora esercitato tutto il proprio peso politico istituzionale in questa vicenda. Non è una nota polemica, ma un tentativo di spronare all'azione e far capire che il tema non è solo polesano, ma regionale. E permetterebbe al Polesine di recuperare il passo del resto del Veneto».
Secondo la stima di Confindustria, «l'istituzione di una Zes in Veneto, limitatamente alle sole aree libere che oggi non producono di alcun reddito, pari a 385 ettari, suddivisi in 215 ettari a Porto Marghera e 170 ettari nei comuni del Polesine, potrebbe attrarre 2,4 miliardi di investimenti, 6,2 milioni per ettaro, creando 26.600 posti di lavoro tra diretti e indiretti: un posto di lavoro ogni 320mila euro di investimento». Ecco perché «per il Polesine questa potrebbe essere davvero l'occasione per rialzarsi e perché no, per una volta trainare anche il resto della regione, invece di essere considerata quasi con sufficienza, una sorta di zavorra con cui non intrigarsi».
Francesco Campi
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