Vittorio E. Parsi
La vicenda farsesca dell'esame di italiano taroccato del calciatore

Lunedì 28 Settembre 2020
Vittorio E. Parsi
La vicenda farsesca dell'esame di italiano taroccato del calciatore Suarez, oggetto del desiderio juventino, ha riempito la rete di gustosi sfottò e aspre polemiche, come sempre succede quando c'è di mezzo quella che era la vecchia signora del calcio italiano (pre-Moggi) e quando si possono affondare i denti nel sempre più indigente sistema universitario nazionale.
Lo scandalo è emerso in quasi perfetta concomitanza del 150° anniversario dell'unificazione d'Italia, di quella Breccia di Porta Pia che liberò i romani dal plurisecolare dominio temporale della Chiesa cattolica, trasformandoli da sudditi del Papa-re in cittadini del Regno d'Italia. E attesta, purtroppo, in quale miserabile conto sia tenuta la cittadinanza oggi, di fatto considerata da chi muove i giganteschi capitali che ruotano intorno al calcio come qualcosa che si può comprare per aggirare le regole del fairplay, che pure nello sport dovrebbero fare da stella polare per qualunque comportamento.
Eppure c'è ancora qualcuno per cui è la cittadinanza a rappresentare una stella: pensiamo ai militari che rinnovano ogni giorno il giuramento di difendere la Costituzione e l'integrità della Repubblica e ai milioni di cittadini che si sentono italiani anche fuori degli stadi di calcio. E dovremmo anche ricordare tutti coloro per cui, invece, la cittadinanza costituisce un miraggio, un punto d'arrivo irraggiungibile o ben difficile da ottenere, neppure per merito.
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