Agrusti: i dati più recenti raccontano una ripresa

Sabato 11 Luglio 2020
Agrusti: i dati più recenti raccontano una ripresa
LE ANALISI
PORDENONE «Il quadro congiunturale commenta il presidente dell'ente camerale Giovanni Da Pozzo, analizzando il primo trimestre - conferma una situazione grave del tutto eccezionale, che inevitabilmente farà sentire i suoi effetti anche nei prossimi mesi, anche se è vero che per qualche settore già ora cominciano fortunatamente a vedersi alcuni buoni segnali e dobbiamo essere fiduciosi e positivi nel pensare alla rinascita della nostra economia. È chiaro però che in questi mesi il calo della produzione ha di fatto fermato l'industria non solo di Pordenone-Udine ma dell'intero NordEst e le fortissime ripercussioni dell'emergenza per tutta la filiera legata al turismo, qui in regione rappresentata da oltre 25 mila imprese e architrave vitale del nostro tessuto produttivo, ci preoccupano anche per il futuro».
«Dobbiamo guardare ai dati della ripartenza è l'invito del presidente di Confindustria Alto Adriatico Michelangelo Agrusti - e quelli ci dicono che da maggio la produzione industriale ha segnano un +42% sul mese di aprile. Sono dati nazionali che si stanno vedendo anche a livello locale». E aggiunge: «Nel territorio si sta registrando una straordinaria ripresa anche dell'arredo, del wellness, oltreché dell'elettrodomestico». E per far capire che tira altra aria rispetto ai primi mesi dell'anno Confindustria sottolinea: «stiamo cercando di capire come gestire le ferie, dato che dovremo tenere aperto ad agosto, tanta è la domanda. Segnali positivi anche dalla cantieristica. C'è sì - ammette il presidente - un punto di criticità che riguarda l'industria dell'automotive, legata alla quale ci sono diverse imprese in regione». Ma l'accento viene spostato su uno scenario positivo mostrato da alcuni settori negli ultimi due mesi. «Stiamo andando meno peggio di quello che pensavamo. Occorre perciò dare prospettive di fiducia, affinché la gente torni a spendere». A questo proposito il presidente degli industriali ha ricordato che c'è una fetta di popolazione su cui il lockdown non ha pesato economicamente, «dai dipendenti pubblici a quelli di aziende che non hanno chiuso» e questi sono soggetti che possono dare ora il loro contributo alla ripresa dei consumi. «Siamo in grado di dare una fiducia giustificata dai numeri», ha aggiunto, rimandando alle prossime indagini di Confindustria Alto Adriatico. Positività che il presidente della Camera di Commercio Pordenone Udine, Giovanni Da Pozzo, ha raccolto, in particolare per alcuni settori, evidenziando comunque che «per i consumi, e tutta l'economia connessa, la situazione è realmente difficile. Se la gente non spende, ma fa crescere i propri depositi, è perché non ha fiducia. Ad alimentarla dovrebbero essere scelte e provvedimenti governativi, ma su questo punto occorre ammettere che il Paese ha i freni tirati».
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