A Belluno molte aziende già la prossima settimana vogliono ripartire. Una decina,

Sabato 4 Aprile 2020
A Belluno molte aziende già la prossima settimana vogliono ripartire. Una decina, secondo la denuncia della Cgil, quelle che stanno scaldando i motori ricontattando in queste ore i dipendenti e dicendo loro di presentarsi al lavoro.
«Ci sono almeno una decina di fabbriche che da lunedì riapriranno i battenti. Ma potrebbero essere di più visto che non abbiamo ovunque dei delegati sindacali. All'improvviso tutte le aziende che avevano chiuso la produzione si sono rese conto di essere indispensabili alla filiera». A puntare il dito contro chi ha mobilitato i dipendenti per tornare al lavoro la prossima settimana è il segretario provinciale della Fiom Cgil, Stefano Bona. Una denuncia dettagliata la sua. Nella settimana che precede Pasqua, una ricorrenza che quest'anno causa emergenza coronavirus non potrà avere alcuna dimensione conviviale, gli operai verrebbero dunque riconvocati al lavoro, rimettendo in moto le macchine all'interno di fabbriche che non fanno produzioni indispensabili alla sopravvivenza del Paese. «Temiamo che qualcuno approfitti dello strumento del silenzio assenso, sapendo che ci sono quattrocento domande sul tavolo della prefettura in attesa di essere vagliate - spiega Bona - qualcuno potrebbe aprire i battenti e richiamare tutti al lavoro pur non avendo una produzione indispensabile. È una questione di tempi e di metodi che ci costringe a temere che questo stia accadendo. C'era una prospettiva che arrivava fino a Pasqua e ora si cerca il modo per richiamare tutti al lavoro. Siamo davanti ad un numero elevato di lavoratori che torneranno in azienda, forse centinaia visto che tra le dieci aziende che hanno espresso la volontà di riaccendere le linee c'è anche qualche grossa impresa». «Siamo convinti - prosegue il sindacalista - che se il Decreto del presidente del Consiglio impone di fermare le attività non indispensabili lo scopo sia quello di preservare i lavoratori e di ridurre le possibilità di contagio. Richiamare tutti al lavoro, dal nostro punto di vista, è in antitesi con quanto disposto». Non basta perché il sindacalista punta anche il dito contro la possibile cabina di regia: «Temiamo che dietro queste decisioni di riaprire i battenti, arrivate tutte nello stesso arco temporale, ci possa essere la mano di qualche associazione di categoria. Per questa ragione non abbiamo intenzione di abbassare la guardia e proseguiremo con un monitoraggio serrato». Siamo perplessi, lunedì tutto era chiuso ora tutto inizia a riaprire».
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