Zona gialla, l'attesa tra dubbi e speranze

Venerdì 4 Dicembre 2020
L'ATTESA
PORDENONE Dalle indiscrezioni della vigilia il Friuli Venezia Giulia ieri risultava tra quelle regioni che potrebbero passare in una zona a minori restrizioni. Dall'area arancione potrebbe passare a quella gialla. Dopo tre settimane di arancione, se così dovesse essere, le restrizioni si allenterebbero. A cominciare dalla riapertura di bar e ristoranti dalla 5 alle 18 e soprattutto dalla possibilità di uscire dai confini comunali. A deciderlo sarà oggi la cabina di regia Cts-ministero della Salute. Il provvedimento potrebbe poi essere operativo dalla prossima domenica. Ma ieri sera erano molti i dubbi e le preoccupazioni: prendeva quota l'ipotesi che la regione possa restare arancione almeno per una settimana.
LA PRUDENZA
Negli ultimi giorni il presidente Massimiliano Fedriga aveva ribadito un prudente ottimismo sul ritorno alla zona gialla. «Attenzione, però non sarà certo un liberi tutti», ha ripetuto. Annunciando per altro parallelamente all'eventuale promozione in giallo un'ordinanza restrittiva che potrebbe prevedere, per esempio, il divieto di consumare cibi e bevande al bancone dei bar, la consumazione si potrà fare solo stando seduti ai tavoloni. E all'esame della possibile ordinanza anche una limitazione, rispetto al passato, alla capienza dei locali. Insomma se giallo sarà, sarà un giallo rinforzato e sotto stretta sorveglianza. A spingere alla prudenza - l'altra ipotesi che circolava ieri era quella di rimanere in zona arancione per altri sette giorni - alcuni dati relativi ai parametri che decidono l'inserimento nelle zone di diverso colore. L'indice Rt si sarebbe abbassato appena al di sotto dell'uno (cioè l'indice epidemiologico in cui una persona contagia solo un'altra persona): questo è un dato positivo in quanto, in proiezione nel tempo, porterebbe a un calo nei contagi e quindi nei ricoveri. Pesano però altri dati ancora negativi, in particolare quelli riferiti alla pressione sugli ospedali. La curva dei ricoveri nelle aree mediche (cioé nei reparti Covid) non si starebbe ancora abbassando a differenza di quanto invece avviene in buona parte dell'Italia. In venti giorni i ricoveri sono di fatto raddoppiati. A livello nazionale infatti la curva dei ricoveri in area medica ha cominciato a piegarsi già dal 25 novembre scorso. In regione invece si è sfondata la quota dei settecento pazienti Covid ricoverati. Meglio la situazione delle terapie intensive in cui si registra una sostanziale stabilità con una cinquantina di casi.
LA PRUDENZA
«I dati dell'Istituto superiore di sanità, e in particolare la riduzione dell'indice Rt a 0,92, evidenziano i passi in avanti compiuti in Friuli Venezia Giulia nella lotta al Covid-19, ma non devono portare a un abbassamento della soglia di attenzione da parte dei cittadini, poiché il sistema sanitario si trova ancora sotto pressione». La ha sottolineato ieri il governatore Massimiliano Fedriga (che ieri ha criticato duramente il Dpcm Natale per il mancato coinvolgimento delle Regioni e per le disparità di trattamento tra chi nelle chiusure tra grandi città e piccoli centri) commentando la bozza del Report settimanale numero 29 di monitoraggio redatta dal ministero della Salute. «In questo contesto di forte incertezza - prosegue il governatore - è pertanto fondamentale evitare contatti non necessari con persone non conviventi, momenti di aggregazione e, in generale, ogni situazione che possa favorire la diffusione del virus. Comprendo bene i sacrifici che stanno compiendo i cittadini - conclude Fedriga - ma l'emergenza ci impone di stringere ancora i denti per superare assieme, come comunità, questo momento difficile».
D.L.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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