Storie d'amore e abbandoni dall'Ungheria e dall'Irlanda

Venerdì 20 Settembre 2019
DALL'ESTERO
PORDENONE Storie d'amore, di amicizia e di violenza sono le trame raccontate nei diversi romanzi degli autori stranieri presenti a Pordenonelegge. Autori già riconosciuti come Andrée Michaud o Peter Cunningham, ma anche scoperte come Imre Oravecz, tra i più importanti autori ungheresi in versi. Oravecz ieri ha presentato Settembre 1972, edito in Italia da Anfora.
RACCONTI DI UN PUZZLE
Un testo che si compone di piccoli racconti che vanno a formare un romanzo: «Stranamente ha detto l'autore non ho raccontato una storia d'azione, la trama è su due persone che si incontrano e si innamorano per concludere la loro storia con una separazione. Eppure quando fu pubblicato in Ungheria divenne un caso letterario». Forse perché contempla l'esperienza della maggior parte delle persone: «In parte è anche la mia storia, ma il romanzo non è autobiografico e quando l'ho confessato molti lettori sono rimasti delusi».
EPICA IRLANDESE
Amori più complessi sono quelli di Peter Cunningham, ieri al festival pordenonese con Le conseguenze del cuore (Sem Editore), uno dei maggiori scrittori irlandesi, dieci romanzi alle spalle e numerosi premi letterari. Le conseguenze del cuore fa parte di un ciclo di romanzi ambientati a Monument: «Città inesistente dice dietro alla quale si cela Waterford, dove sono nato e che conosco molto bene, ragione per cui l'ho eletta a paesaggio, volendo esercitare un pieno controllo narrativo della città come fosse uno dei protagonisti». Cunningham racconta la storia di tre ragazzi, accompagnandoli per un grande arco di tempo, dagli anni '20 fino alla contemporaneità. È un mènage à trois: «Ogni protagonista acquista forza sentimentale dall'altro. Jack, Chud e Rosa raggiungono infatti l'apice relazionale solo se sono insieme».
GIALLO CANADESE
Appartiene al genere giallo invece il romanzo di Andrée Michaud, L'ultima estate (Marsilio): «Non si tratta solo di un thriller. Ho voluto affrontare altri argomenti come l'amicizia, il confine, la perdita dell'innocenza e la nostalgia per le cose perdute». Al centro c'è l'inquietudine di una piccola comunità franco-canadese e l'omicidio di due adolescenti negli anni '60, contesto reso anche dalla colonna sonora del libro: «Il luogo è Bondrée, che è stato anche il lago di villeggiatura della mia infanzia. La giovane narratrice non sono io, anche se l'autore sta un po' dietro a tutti i personaggi».
ROMANZI D'ANIMALI
Il ventaglio degli stranieri di ieri si è concluso con la giovane Stephanie Hochet, autrice de Il testamento dell'uro (Voland), vincitore del Prix Printemps du roman nel 2017 e del Prix du Roman philosophique nel 2019. Un animale estinto nel 600: «Ho sempre affrontato il tema degli animali, anni fa ho scritto L'elogio del gatto e penso che continuerò su questa strada per le enormi potenzialità che comporta a livello letterario. In questo momento sto già scrivendo L'elogio del coniglio. La mia ispirazione per questo mio ultimo, nasce da una visita alle Grotte di Lascaux, nel sud della Francia, una Cappella Sistina dell'arte preistorica, dove appunto è ritratto l'uro, ma non l'uomo».
Mary Barbara Tolusso
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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