RICONVERSIONE
PORDENONE Dall'ipotesi alla concretezza, dal progetto all'azione.

Sabato 28 Marzo 2020
RICONVERSIONE PORDENONE Dall'ipotesi alla concretezza, dal progetto all'azione.
RICONVERSIONE
PORDENONE Dall'ipotesi alla concretezza, dal progetto all'azione. Con diverse voci fuori dal coro che hanno provato sino all'ultimo a far desistere l'Azienda sanitaria, senza successo. Da lunedì partiranno le operazioni per trasformare l'hospice di San Vito al Tagliamento in un reparto per il trattamento dei pazienti ancora affetti da Coronavirus. E la parola ancora in questo caso è più che mai importante, perché ad essere ospitati in quello che adesso è l'hospice saranno i pazienti già dimessi dagli ospedali dopo la fase acuta della malattia. Sarà quindi una specie di centro di riabilitazione, che accoglierà sì pazienti positivi, ma senza poter garantire il trattamento dei sintomi più gravi del Covid-19. I posti disponibili saranno dieci, esattamente quelli che oggi vengono sfruttati per i pazienti in hospice. I malati di Covid-19 vi resteranno sino al doppio tampone negativo che certifica la completa guarigione. Un dubbio riguarda l'oncologia di San Vito, che si trova al piano superiore della stessa struttura: potrebbe essere anch'essa spostata ma al momento non è un dato certo. Quanto ai pazienti che oggi si trovano in hospice, saranno trasferiti a Sacile.
IL SINDACO
Contrario il sindaco Antonio Di Bisceglie: «La scelta non ci pare appropriata. La mia contrarietà si unisce a quella dei medici di medicina generale attivi nei locali che si trovano nello stesso stabile. Ricordo che i medici sono sei in tutto e in quei locali visitano circa 9mila persone l'anno. Per trovare spazi si devono cancellare due realtà virtuose?». Contrario anche il consigliere regionale Tiziano Centis: «Attualmente manca un piano ospedaliero per la gestione dell'emergenza, contrariamente a quanto espressamente chiesto dal ministero, quindi non è neppure possibile interpretare la scelta di San Vito all'interno di una strategia complessa».
L'IDEA PER GLI OSPIZI
Intanto, parallelamente all'operazione che riguarda l'hospice di San Vito, si fa strada anche una seconda idea per contenere il contagio. E in questo caso riguarda le case di riposo, già messe a dura prova dal Coronavirus. Il progetto, infatti, prevederebbe - come già avvenuto per alcuni reparti degli ospedali - nella creazione di una struttura per anziani dedicata al Covid-19. Una casa di riposo con ampi spazi nella quale trasferire gli anziani delle altre residenze risultati positivi. Si tratterebbe di uno stabile già esistente, e l'obiettivo sembra puntato sulla struttura di Sacile.
IL PIANO A ZOPPOLA
Cresce il contagio nella casa di riposo di Castions di Zoppola: ora i positivi sono in totale 10 tra gli ospiti, di cui due ricoverati in ospedale a Pordenone. Sei gli operatori malati. Tamponi per 40 dipendenti. Il piano per la zona rossa interna è partito. Un nucleo è stato riprogettato come segue: 5 camere con 8 ospiti positivi e 7 camere con 14 ospiti non testati, i quali comunque vengono trattati come casi sospetti. C'è una procedura con indicazioni operative di accesso nel nucleo Covid - ha spiegato il direttore Ludovico Cafaro - e per la gestione dei Dpi. Inviata al Dipartimento di prevenzione la nuova piantina del nucleo. Possibile prendere contatti con i propri parenti mediante videochiamate da prenotare tramite il centralino, dal lunedì al venerdì alle 13. Laddove si dovesse verificare la necessità di un ricovero ospedaliero, i parenti saranno comunque contattati in qualsiasi giorno della settimana».
M.A.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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