Rapina al centro massaggi patteggia la mala cinese

Giovedì 11 Luglio 2019
Rapina al centro massaggi patteggia la mala cinese
FONTANAFREDDA
È con due patteggiamenti - un terzo in via di perfezionamento - che si sta chiudendo il processo per la rapina del 2 luglio 2018 al Centro massaggio orientale Rossa di via Pontebbana 64 a Fontanafredda. Ieri, nell'udienza preliminare del gup Eugenio Pergola, sono state definite le posizioni di Jing Bo, 48 anni, per il quale è stata applicata una pena di 2 anni 4 mesi e 800 euro di multa, e di Wang Tong Hai, 31 anni, per il quale la pena è stata fissata in 1 anno 10 mesi e 600 euro di multa. Per Jin Hansen, 38 anni, parrucchiere di Reggio Emilia, il legale dovrà prima depositare la prova dell'avvenuto risarcimento dei danni alle due vittime, dopodichè il pm Federico Baldo darà il consenso all'istanza di patteggiamento. Per un quarto imputato, Li Xingtao, 34 anni, gli atti saranno trasmessi per competenza al Tribunale di Gorizia.
A individuare gli autori della rapina erano stati i carabinieri del Norm di Sacile e della stazione di Fontanafredda. Le trasferte a Nordest della mala cinese avevano un unico obiettivo: colpire i connazionali. Così era andata nel novembre 2017 a Montebelluna, nel febbraio 2018 a San Pier d'Isonzo, nel luglio 2018 a Mestre e a Fontanafredda, quando a mezzanotte tre rapinatori aggredirono due donne brandendo un coltello e costringendole a consegnare mille euro. Dopo averle picchiate, le legarono con fascette da elettricista e scapparono a bordo di una Bmw sw nera. Nella fuga persero due mascherine da chirurgo e il sacchetto di plastica contenente cinque fascette. È da quel sacchetto che sono partiti i carabinieri. Lo inviarono al Ris di Parma: in laboratorio furono trovate le impronte lasciate Li Xingtao, arrestato dai carabinieri di Gorizia qualche settimana dopo il colpo sulla Pontebbana per una rapina a San Pier d'Isonzo. Sarà lui a risolvere il giallo del Dna ignoto estrapolato da un profilo genetico rimasto in una delle mascherine da chirurgo: era quello di Li Jing Bo, finito in carcere a Venezia per la rapina a un affittacamere di Mestre e che in seguito alla confessione resa a Pordenone ha ottenuto i domiciliari a Padova. Da lui si era arrivati a Jin Hansen, che dopo essere stato sottoposto all'obbligo di dimora ha ammesso di essere venuto a Fontanafredda con la Bmw della moglie. Anche lui adesso è libero. Wang Tong Hai era stato rintracciato dagli investigatori in un dormitorio di Padova. È il rapinatore che la sera del 2 luglio brandiva il coltello contro le massaggiatrici. Ha ammesso tutto e ha ottenuto la revoca della misura.
Ci sono voluti nove mesi di indagine fatti di analisi di tabulati relativi ai traffici delle celle telefoniche, di verifiche sulla banca dati dei controlli stradali, di ore passate a visionare le immagini delle telecamere di Fontanafredda per individuare la targa della Bmw nera. Alla fine ogni tassello è andato al suo posto.
C.A.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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