IN CITTÀ
PORDENONE Da quando non c'è più la vecchia filanda, ma

Mercoledì 20 Novembre 2019
IN CITTÀ
PORDENONE Da quando non c'è più la vecchia filanda, ma il parcheggio più grande della città, è il primo segnale: riaperto il Marcolin, passata la paura. E ieri pomeriggio l'annuncio è arrivato. Le prime corsie, quelle allo stesso livello del Noncello, sono state liberate dalle transenne. Segno che il fiume, dall'altra parte dell'argine, si è calmato. E che l'emergenza è passata un'altra volta, portandosi dietro 48 ore d'ansia che si sono risolte con gli allagamenti delle solite zone ma senza una vera e propria alluvione. Sempre ieri pomeriggio, il secondo avviso: scuole aperte, da oggi. Il blocco è durato 48 ore. La Rivierasca al sicuro ha permesso agli alunni di tornare in classe.
LA GIORNATA
Pioggia, tanta, già dalla serata di lunedì. Il timore di una nuova piena, confermato dall'allerta diramata dalla Protezione civile, era giustificato. L'acqua veniva giù a secchiate. Ma il vento aveva cambiato direzione. Arrivava da est, non da sud, quindi aiutava il mare (e di conseguenza i fiumi che ricevono il Noncello, cioè Meduna e poi Livenza). Il cielo grigio e le precipitazioni continue non hanno ingrossato il Noncello, che anzi è sceso, già dalla notte tra lunedì e ieri. Prima a poco più di sette metri, poi al di sotto della quota da allarme rosso. Ieri mattina è stato aperto un varco tra le paratie del ponte di Adamo ed Eva, sul lato della Santissima. Altro buon segno. L'acqua non sfiorava più l'arcata del ponte, c'era luce. La Rivierasca non è mai stata interdetta, e grazie al provvedimento che ha decretato la chiusura delle scuole per un giorno si è evitata la congestione totale del traffico. I maligni hanno criticato la decisione, ritenendola frettolosa. Non c'è la controprova. Il calo dell'idrometro del Noncello è stato seguito a ruota da quello ancora più marcato del Meduna. Nella zona a sud della città, con epicentro a Villanova, la vita era già tornata più che normale. Strade riaperte, compresa via Levade, e livello del torrente abbondantemente sotto il livello di guardia. L'acqua non era più in grado di fare paura, e l'argomento Meduna è uscito dalle emergenze dei volontari e del centro di coordinamento comunale.
L'ALLARME
La città era in allarme per il Noncello. Ieri mattina l'acqua del fiume bagnava ancora le strade più basse. Via Codafora, via Martiri Concordiesi, via dei Molini, solo per fare gli esempi più popolari. In via Codafora il giardino dell'abitazione al civico numero 3 era ancora una palude, ma il livello stava scendendo anche lì. A mezzogiorno non superava i 20 centimetri sulla sede stradale. Gli scarichi degli invasi di Ravedis e Ponte Racli sul Meduna erano in diminuzione, con portata inferiore ai 150 metri cubi al secondo. Restano ancora chiuse alcune strade: vicolo del Molino, via del Passo, il piano interrato del parcheggio Rivierasca, via San Marco, via del Seminario e via delle Villotte. Ma si tratta di situazioni in via di risoluzione, che probabilmente entro oggi troveranno un epilogo, vista l'ulteriore diminuzione del livello del fiume. La città è pronta a ripartire dopo aver vissuto giornate e nottate con il fiato sospeso, ore fatte di uno sguardo al cielo e l'altro all'acqua, per capire se uscire di casa o resistere barricati. Sono pronte ad essere rimosse anche le ultime paratie in via San Marco, prima di dichiarare effettivamente cessata l'emergenza. La piena del Noncello, poi, se ne andrà in modo placido lasciando il classico segno color beige sugli alberi, a tracciare un altra tacca nella storia della città.
IL RINGRAZIAMENTO
L'ultimo segnale che dice a Pordenone che il peggio è alle spalle, arriva dal Comune. Prima ancora che il lavoro sia effettivamente cessato, ecco il ringraziamento dell'assessore Emanuele Loperfido: «Vogliamo ringraziare dal profondo del nostro cuore - ha detto - l'ingegner Brusadin che ha coordinato le operazioni, poi ancora il geometra Galasco. Non ci dimentichiamo di certo dei tanti volontari (circa ottanta quelli che compongono il gruppo comunale di Protezione civile, venticinque quelli impegnati giorno e notte, ndr) che hanno reso un servizio prezioso in aiuto alla città e ai residenti. Il numero d'emergenza del Comune ha ricevuto 350 telefonate in 48 ore, rispondendo a tutti. Abbiamo lavorato bene». Il resto l'ha fatto la natura, prima spaventosa, poi magnanima.
Marco Agrusti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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