Il vescovo del terremoto tra i grandi della Chiesa

Lunedì 10 Agosto 2015
Il vescovo del terremoto tra i grandi della Chiesa
Ora compone visivamente la lunga schiera di pastori, ben 117, che la Chiesa friulana ha avuto a partire dai santi Ermacora e Fortunato: monsignor Alfredo Battisti, arcivescovo di Udine dal 1973 al 2000 e presule di grande levatura la cui fama andò ben oltre i confini dell'arcidiocesi, dal 10 luglio è raffigurato infatti in un affresco della Sala del Trono del palazzo patriarcale di Udine. Insieme con il suo, si allineano sulle imponenti pareti del salone i ritratti dei suoi predecessori, che l'arcivescovo attuale, monsignor Andrea Bruno Mazzocato, ha definito «una chiesa viva nella comunione con i Santi».
L'occasione è stata lo scoprimento dell'affresco realizzato da Tamara Zambon, artista originaria di Sacile e ora residente a Fontanafredda, prima mano femminile a lavorare nella Sala del Trono, alla presenza di una cugina del presule e di molte autorità e persone che hanno conosciuto il valore dell'azione pastorale e socio-culturale di monsignor Battisti lungo i suoi 27 anni di reggenze dell'arcidiocesi.
«Vengo spesso in questa sala - ha affermato Mazzocato - non sentendomi in un museo, ma in una chiesa viva che accompagna la chiesa pellegrina in cui siamo oggi impegnati». Originario di Masi in provincia di Padova, mons. Battisti giunse a Udine da vicario generale della diocesi patavina e fu consacrato vescovo nel duomo del capoluogo friulano il 23 febbraio del 1973.
A ripercorrerne la figura di vescovo e di uomo è stato monsignor Duilio Corgnali, a lungo direttore del settimanale diocesano "La Vita cattolica", leggendo ciò che sta dietro a ogni parola che compone la necessariamente sintetica epigrafe sotto il ritratto. Fu di «animo mite e forte», si legge, ma fu soprattutto, ha esplicato Corgnali, «un testimone della fede come chiedeva san Cromazio ai vescovi. Di essere cioè per la propria comunità come l'occhio per il corpo, affinché adempiendo alla propria funzione il vescovo illumini tutto il corpo della Chiesa».
«Un grande vescovo», è stato più volte definito, e «la fonte prima della sua azione pastorale fu sempre la fede». Da qui si generò un attivismo straordinario, dovendo affrontare a soli tre anni dal suo arrivo un evento diacritico per la storia del Friuli: il terremoto del 1976. È stato definito «il vescovo del terremoto e del restauro»; di certo quell'evento imprevisto «rivoluzionò» l'agenda pastorale del vescovo che sin a quel periodo si era dedicato anche a conoscere in profondità il Friuli, interpretando la sua missione come possibilità per vivere e far vivere la Chiesa del Concilio Vaticano II.
Arrivò il sisma e monsignor Battisti lo interpretò come una «chiamata di Dio». Quella sera stessa del 6 maggio si mise in viaggio tra il suo popolo a «consolare i cuori e a sorreggere la speranza». La sua unica arma «è la fede, che trasforma la parola in profezia». Fu indomito, in quegli anni. Invocò l'aiuto delle Chiese sorelle d'Italia e d'Europa, aprì il palazzo patriarcale per le necessità, benché anch'esso terremotato. Riunì il volontariato, avviò la Caritas e fu risorsa importante per la nascita della Caritas nel resto d'Italia.
Lontano da ogni collateralismo politico, indisse l'Assemblea dei cristiani, il Sinodo diocesano V, ebbe sempre a cuore l'inculturazione della fede e perciò diede vita all'Istituto Pio Paschini - per lo studio scientifico della storia della Chiesa friulana - e istituì anche il Vicariato della Cultura. Convinto che il Friuli fosse crocevia d'Europa, volle il Pellegrinaggio dei Tre Popoli che si continua ancor oggi al Santuario del Monte Lussari, coinvolgendo le diocesi di Gurk-Klagenfurt e Lubiana. Ha raccontato una parte della sua vita ne "Le confessioni di un vescovo", libro "sfogliato" dal suo segretario, don Luciano Liusso, che gli fu accanto 24 ore su 24 per 19 anni. Un vescovo di grande spiritualità e pur convinto che «la fede anche si compromette con l'uomo e perciò si situa nella storia e la cambia, come anticipo di futuro», s'è detto tra quei 117 ritratti, ricordando monsignor Battisti.(((lanfrita)))

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