Evade per procurarsi la droga

Giovedì 24 Gennaio 2019
Evade per procurarsi la droga
SACILE
Coinvolto nel traffico di droga smantellato lo scorso marzo dai carabinieri di Sacile, Kujtim Haruni, 25 anni, albanese conosciuto da tutti come Timmi, il 13 dicembre scorso aveva ottenuto gli arresti domiciliari con il braccialetto elettonico, che però non è mai stato applicato perchè non era disponibile. Nel giro di un mese è tornato in carcere. Ieri il gip Rodolfo Piccin gli ha aggravato la misura cautelare perchè da quando è tornato a casa è evaso due volte. La prima il 19 gennaio, quando è andato a bere una birra con gli amici. La seconda il 22 gennaio, per comprarsi la droga. È in quest'ultima occasione che Haruni ha aggravato la sua posizione. I carabinieri hanno scoperto che si era allontanato da casa. A Sacile non c'era. A quel punto i militari del Nucleo operativo e Radiomobile hanno presidiato la stazione ferroviaria. Alle 15.45, dal treno proveniente da Venezia, ecco scendere Haruni. Bloccato e perquisito, aveva con sè 5,35 grammi di eroina: era andato a Mestre a procurarsi la sostanza stupefacente.
È stato arrestato per evasione e accompagnato in carcere. Il sostituto procuratore Monica Carraturo ha immediatamente proposto un aggravamento della misura, subito accolto dal gip. Il giovane, difeso dall'avvocato Laura Ferretti, l'11 febbraio affronterà il processo per lo spaccio di droga organizzato sotto la cupola di San Liberale, il luogo dove i clienti potevano procurarsi cocaina, eroina e marijuana. Davanti al gup Eugenio Pergola comparirà assieme ad altre tre coimputati (una quarto ha già chiuso il processo con un patteggiamento).
L'inchiesta aveva impegnato i carabinieri del Norm di Sacile sin dal gennaio 2017, quando fu sequestrata una dose di eroina a un tossicodipendente. È stato un intervento di routine a dare inizio a un'inchiesta che - dopo aver portato in carcere la banda dei ladri-spacciatori - approfondì il filone dello spaccio. Un filone d'inchiesta che consegnò alla Procura una situazione inquietante: Sacile era diventata punto di riferimento di un centinaio di consumatori. Arrivavano anche dalle province di Treviso e Venezia, sicuri che sotto la cupola o in stazione avrebbero potuto trovare cocaina ed eroina. Stazione ferroviaria e parco dell'Ortazza erano i luoghi in cui potevano incontrare i loro pusher.
C.A.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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