Assalto in villa, sei patteggiamenti

Giovedì 25 Maggio 2017
Assalto in villa, sei patteggiamenti
Hanno scelto la via del patteggiamento, che consente lo sconto di un terzo della pena, e ieri sei degli otto rapinatori accusati dell'assalto alla villa della famiglia Polesello hanno definito la loro posizione davanti al gup Roberta Bolzoni e al pm Federico Facchin. Si tratta di Simone Francuz, 21 anni, che ha patteggiato 5 anni di reclusione, Sebastiano Sahiti ed Emanuele Nieddu Ostili (4 anni e 8 mesi); tutti e tre sono di Roma e dovevano rispondere di associazione per delinquere, rapina pluriaggravata, sequestro di persona e lesioni. E ancora dei dominicani Windris Yoelis Cuevas Carvajal (29), Domingo Martines Rivas Perez (29) e Jhon Kenedis Jimenez Perez (32), che hanno patteggiato ognuno 4 anni e 4 mesi di reclusione; a loro non era contestata l'associazione a delinquere. Resta da definire la posizione del quarto romano, Cristiano Brandimarte, 51 anni, che dovrà rispondere di concorso esterno in rapina per aver partecipato al sopralluogo avvenuto nell'agosto 2015 quando accompagnò Arkadiusz Dzienisiewicz, detto Ale, il capobanda polacco in carcere in Polonia (dove resterà rinchiuso fino al 2024), nella zona della villa e all'azienda di Giovanni Polesello.
L'assalto alla villa dell'imprenditore sacilese destò molta paura e preoccupazione, non solo nella cittadina. Le modalità della rapina e la brutalità della banda avevano da subito fatto pensare a una banda di professionisti che avevano studiato il colpo nei minimi dettagli. I rapinatori, travisati con i passamontagna, hanno fatto irruzione nella villa di Polesello alle 7.30, armati di pistola e machete, e hanno trovato l'imprenditore in garage. Non ci hanno pensato due volte e gli hanno legato le mani e poi imbavagliato. Dopo avergli rubato portafoglio e orologio, hanno aggredito la moglie che è stata a sua volta legata e derubata dei monili d'oro che portava. Polesello ha dovuto consegnare le chiavi della cassaforte e, per proteggere figlia e nipotina che si trovavano in un'altra ala della villa, ha detto che c'era una sola cassaforte. Ma i rapinatori non gli hanno creduto e lo hanno costretto a condurli nelle stanze della figlia e ad aprire anche la seconda cassaforte altrimenti, la minaccia, avrebbero fatto del male alla nipotina. Prima di andarsene con l'ingente bottino (denaro e gioielli per 100 mila euro e assegni per 400 mila), hanno legato tutti, compresa la bimba.
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