Albanese confessa: «Ho fatto 66 furti»

Mercoledì 1 Maggio 2019
Darjel Prushi ammette: «Quei 66 furti li ho commessi anch'io». Ventisei anni, macellaio in misura cautelare nel carcere di Pordenone, è uno dei tre albanesi accusati delle razzie commesse tra Pordenone, Sacile e provincia di Treviso lo scorso inverno. Ieri, difeso dall'avvoacto Maurizio Mazzarella, è comparso davanti al gip Rodolfo Piccin per l'interrogatorio di garanzia. Si è avvalso della facoltà di non rispondere, ma ha comunque rilasciato spontanee dichiarazioni. Contrariamente al complice Edmond Et Hemaj, che sabato si è avvalso della facoltà di non rispondere, ha di fatto confessato. «Ha spiegato che in Albania faceva il macellaio nel negozio del padre, aveva un lavoro regolare», spiega Mazzarella. Sulla cattiva strada l'avrebbero portato i connazionali che tornavano dall'Italia con macchinoni e vestiti di marca. Affascinato dal loro stile di vita, sarebbe venuto in Italia, dove due anni fa era già arrestato a Milano per le sue scorribande negli appartamenti. Oltre a Prushi e Et Hemaj, in carcere c'è anche Nikoll Dobrozi. Secondo le stime degli investigatori della Squadra Mobile, avrebbero trafugato gioielli, lingotti d'oro e monili in oro per un valore di 2 milioni di euro. Ciò che è stato rubato lo scorso febbraio è stato recuperato, i tre non hanno fatto in tempo a spedire il loro tesoro in Albania. I poliziotti continuano a indagare, sono convinti che ci siano ancora spazi per recuperare altra refurtiva. All'appello, inoltre, mancano tre pistole che sono state rubate in provincia di Pordenone e che finora non è stato possibile recuperare.
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