«Siete fascisti», poi il pestaggio: due giovani aggrediti al bar

Sabato 27 Aprile 2019
«Siete fascisti», poi il pestaggio: due giovani aggrediti al bar
IL CASO
PADOVA «Siete fascisti! Fascisti!». E poi giù botte nella notte dell'anniversario della Liberazione. Sedie che volano, bicchieri in frantumi, cazzotti e il sangue che inizia colare dall'orecchio, macchiando la camicia azzurrina di uno degli aggrediti, che si ritrova con un orecchio squarciato. Poi l'arrivo della polizia, la fuga dei picchiatori e la corsa del ferito verso il pronto soccorso. È successo poco dopo l'1, tra giovedì e venerdì, all'interno del bar Strasse di via Gritti. Vittime due ragazzi - Nicolò Calore, 32enne ex consigliere della lista Bitonci, e Alberto Bortoluzzi, artista 31enne militante di Casa Pound - che stavano finendo la serata nel locale assieme ad altri due amici dopo una grigliata sui colli per festeggiare il 25 aprile: sono stati minacciati e malmenati da un gruppo di appartenenti ai centri sociali. Prima sono arrivati in quattro, poi li hanno raggiunti i rinforzi. alla fine gli aggressori in totale erano una quindicina, tra cui anche delle ragazze, che si sono limitate a insultare, mentre i ragazzi hanno iniziato a tirare pugni a destra e a manca.
IL RACCONTO
Il gruppetto di quattro ragazzi, tutti padovani, tre rugbisti più una ragazza, erano seduti a un tavolino. Calore e Bortoluzzi si conoscono da tempo e avevano deciso di chiudere la serata, assieme agli altri due amici, con un bicchiere della staffa nel locale a due passi da piazza delle Erbe. Così si sono seduti a un tavolino all'interno, quando, a un certo punto, i primi quattro aggressori li hanno notati dalle grandi vetrine del bar. «Mi hanno riconosciuto perché sono di Casa pound. Quindi sono entrati, prima in quattro. Poi ne sono arrivati altri 10 e ci hanno aggredito. Io ho cercato di difendermi» ha spiegato velocemente Bortoluzzi, che ha concluso la serata in pronto soccorso a farsi medicare l'orecchio che gli è stato squarciato da qualche oggetto tagliente. Forse il coccio di un vetro, oppure una lama. L'artista, legato a Casa pound, è di poche parole, non vuole dover ricordare quel che è successo: «Mai mi è capitato di essere protagonista di una cosa simile. Mai nessuna minaccia».
IL BRANCO
Al suo fianco c'era Calore. A lui è andata meglio: «Un paio di cazzotti in faccia, ma io e i miei amici siamo abituati avendo fatto per anni uno sport di contatto come il rugby. Se non fosse stato così ce la saremmo vista brutta. Io questi individui non li ho mai visti. Non so chi fossero». Di certo, assicura Calore, hanno proprio sbagliato obiettivo: «Sono il nipote di un internato in un campo di concentramento, quindi sicuramente se cercavano qualcuno che avesse una sensibilità revisionista, hanno toppato alla grande. È misero constatare come purtroppo si faccia sempre un bel parlare di ricucire le ferite del Paese, ma ci sono parti politiche che vivono ancora nel concetto del terrore. Non è un modo di concepire la politica che farà superare le divisioni. Qui, l'unica cosa da fare, è condannare questa violenza immotivata».
LE INDAGINI
Dopo pochi minuti dal parapiglia, che si è poi spostato all'esterno del locale, sul posto è arrivata la polizia. Gli aggressori alla vista delle Volanti sono fuggiti per le viuzze del ghetto, ma gli investigatori sono sulle loro tracce. Pare infatti che, grazie alle testimonianze di quanto accaduto, la polizia abbia già ricostruito il profilo dei picchiatori. Sentiti i racconti di chi ha visto la scena, inoltre, non c'è dubbio, secondo la questura, che si tratti di un aggressione di stampo politico. Per le vittime e i loro due amici, gli aggressori sarebbero militanti dei centro sociali, tutti tra i 25 e i 40 anni, alcuni dei quali in stato di alterazione. «Mai vista tanta ferocia» assicura Calore.
Marina Lucchin
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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