LA DISCUSSIONE
PADOVA Che fare il sindaco gli piacesse tanto, molto più

Giovedì 27 Giugno 2019
LA DISCUSSIONE
PADOVA Che fare il sindaco gli piacesse tanto, molto più di quanto avesse ipotizzato quando aveva deciso di candidarsi, si era capito. E che in cuor suo crescesse giorno dopo giorno la decisione di proseguire l'esperienza, anche. Ora, però, Sergio Giordani non fa più misteri e, a due anni esatti da inizio mandato, e a tre dalle prossime elezioni, ha di fatto ufficializzato che si ripresenterà. Per lui, uomo di sport con un passato da presidente del Calcio Padova, il gioco di squadra è fondamentale e con grandi capacità di mediazione negli spogliatoi del Comune sta tenendo insieme la santa alleanza che lo ha portato a Palazzo Moroni, tutto sommato senza troppi problemi con il vice Arturo Lorenzoni, e con i tre assessori di area arancione, a dispetto di chi nell'estate del 2017 affermava che la sua giunta non avrebbe mangiato il panettone. E per questo gli è venuta la voglia di restare per una seconda legislatura.
La scelta di annunciare che è pronto a correre un'altra volta, però, qualche ricaduta potrebbe averla ora sugli equilibri interni a Palazzo Moroni, tenuto conto che, esattamente due anni fa, alla vigilia del ballottaggio con Bitonci, durante la riunione in Sala Anziani per sancire l'accordo con Lorenzoni, Giordani disse: «Intanto faccio io il sindaco. Arturo è più bravo di me ed è giovane...», lasciando intendere tra le righe che il vice sarebbe potuto diventare poi il suo successore. Uno scenario che ora si allontana, ma il numero due di Palazzo Moroni, da buon rugbista, per il momento incassa senza battere ciglio la possibilità di non essere lui il prossimo candidato del centrosinistra per il Municipio. «Per quanto mi riguarda - commenta - è prematuro dire oggi che cosa succederà fra tre anni». É disponibile a fare il vice per altri 5? «Devo vedere e, soprattutto, devo parlare con Sergio. Ogni scelta verrà fatta d'intesa con lui e concordata. Ripeto: devo capire e poi ragionare assieme a lui». Ma non c'era un patto tra voi? «Nessun patto esplicito. Mi fa piacere che Sergio abbia preso confidenza con il suo ruolo, a dimostrazione che siamo una squadra che funziona e che tra di noi non ci sono problemi». Lorenzoni, quindi, non si sbilancia, ma non è escluso che a questo punto l'annuncio di Giordani possa indurlo a prendere in considerazione l'ipotesi alternativa di presentarsi alle regionali.
LE INDISCREZIONI
Intanto, però, a Palazzo Moroni ci sono almeno altri due assessori che, nel caso di un Giordani-bis, ambirebbero alla poltrona occupata ora dal docente di Ingegneria: Andrea Micalizzi, assessore ai Lavori Pubblici, una lunga militanza nel Pd e una provata esperienza amministrativa (ha fatto parte della giunta-Zanonato ed è stato anche presidente del Quartiere est) e Diego Bonavina, fedelissimo del sindaco, forte di un'amicizia di vecchia data, nata all'interno del Cenacolo, club di cultura sportiva. Lo scenario futuro sulla seconda poltrona del Comune, comunque, resta tutto da delineare, ma è indubbio che il primo cittadino abbia ormai un certo ascendente anche in casa arancione, come conferma Daniela Ruffini: «A Sergio - spiega il consigliere comunale di Rifondazione - non mancano certo passione e spirito di sacrificio: nonostante non abbia condiviso alcune sue scelte, come il nuovo ospedale, Leroy Merlin e i park in centro, per il lavoro che ha svolto nell'ultimo biennio per me merita un 7 meno, perché comunque ha grande attenzione per i temi del Sociale e ha disobbedito senza esitazioni al decreto-Salvini. Cosa penso della sua ri-candidatura? Più che la sottoscritta, però, dovrebbe rispondere chi fra tre anni si vedeva al posto suo, cioè Lorenzoni...». Un altro consigliere, Luigi Tarzia, della Lista Giordani, spezza un'ulteriore lancia nei confronti del sindaco e aggiunge: «Noi come centro sinistra - ha sottolineato - alle prossime elezioni abbiamo la possibilità di vincere solo se si candida Giordani, che piace anche all'area di centro, cioè ai moderati. Considerato anche il panorama politico generale, il buonsenso di Sergio è l'unica arma vicente».
Marco Carrai, presidente di Orizzonti, e regista dell'operazione che ha portato Lorenzoni a Palazzo Moroni, però, annota: «Penso sia legittimo per un sindaco avere l'ambizione di ricandidarsi. Però, attenzione: siamo una maggioranza e la decisione deve essere discussa ed eventualmente condivisa da tutti».
IL CENTRODESTRA
Elisabetta Gardini, europarlamentare uscente, alle prese con gli ultimi impegni tra Strasburgo e Bruxelles, potrebbe essere la sfidante dell'attuale sindaco alle prossime amministrative. «Mi pare che Giordani - ha commentato l'esponente di Fratelli d'Italia - abbia lanciato la sua candidatura con un po' di anticipo. Francamente non capisco tale uscita, o forse in questo momento non ha altro da dire, visto che Padova è piena di problemi. Basta guardare la viabilità davanti al centro Giotto e in Corso Milano, oppure le code che devono sobbarcarsi gli automobilisti, inquinando la città. Per non parlare dei commercianti, furibondi per la desertificazione del centro. Lui che vuole una città più verde in realtà la sta rendendo invivibile e vittima del degrado. Il voto? Non voglio sembrare troppo cattiva e quindi mi fermo a un non classificabile. Fra pochi giorni, comunque, sarò a Padova e mi applicherò con metodo per sviscerarne tutti i problemi».
Nicoletta Cozza
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