L'ultimo allarme scaturito dai rapporti dei Servizi italiani è inquietante:

Martedì 26 Agosto 2014
L'ultimo allarme scaturito dai rapporti dei Servizi italiani è inquietante: sarebbero almeno 50 i giovani italiani, reclutati attraverso internet, ad avere sposato la Jihad islamica. E tra le città di provenienza, accanto a Brescia, Torino, Milano, Bologna, è indicata proprio l'area di Padova. Con l'incubo che, una volta combattuto e "imparato" in Iraq o Siria, i neoterroristi possano in un futuro prossimo riprendere la strada di casa animati da propositi bellicosi. Lo stesso ministro dell'Interno, Alfano, aveva confermato che «i combattenti italiani attivi in Siria sono alcune decine, con un nucleo ristretto di ideologi e reclutatori».
Si parla di giovani di origini arabe, ma anche di italiani doc, la maggioranza, tutti convertiti all'Islam più radicale. Merito soprattutto della "facilità di arruolamento" (come sottolinea il sociologo padovano Stefano Allievi), e del grande carisma di Abu Bakr Al Baghdadi, leader del gruppo terrorista "Stato Islamico" che sta terrorizzando l'Iraq, arrestato nel 2005 dagli americani in Iraq. Nel 2009 la base finì sotto il controllo del governo iracheno, che poco dopo lasciò libero Al-Baghdadi di diventare il leader dell'Isi (Stato Islamico dell'Iraq, allora braccio ufficiale di Al Qaeda), poi diventato Isis, lo Stato Islamico dell'Iraq e della grande Siria, e dallo scorso luglio "Stato Islamico".
«L'arruolamento via web, se confermato, è preoccupante. Ma anche dalle informative più aggiornate non emergono elementi che indichino la nostra provincia quale stazione di partenza di giovani convertiti alla Jjhad islamica». Il prefetto Patrizia Impresa tranquillizza, anche se lei stessa, ieri mattina, allarmata dalle notizie diffuse, attinte da un presunto fascicolo dei Servizi segreti italiani, ha chiesto informazioni direttamente al direttore della nostra intelligence. «Che mi ha rassicurato - continua il prefetto - sulla mancanza di elementi sostanziali che confermino la presenza nelle aree di combattimento di miliziani islamisti provenienti da Padova. Certo, l'attenzione è massima, e si stanno monitorando tutti quei siti web dediti al proselitismo fanatico. Ma sembrerebbero essere altri i paesi europei più sensibili, come Olanda o Belgio, ad esempio. Sono stati attivati, in ogni caso, vari servizi di collegati». Il riferimento è alle norme previste dal "pacchetto sicurezza e collegati", per contrastare il terrorismo, che comprende anche la possibilità di sospendere cautelativamente le attività o di sciogliere le associazioni che possono favorire la commissione di reati di terrorismo (legge 94/2009).
Insomma, tanto allarme ma pochi pericoli reali. Eppure... Eppure il caso di Nasri Riad Barhoumi (nome di battaglia Abu Dujana) è emblematico. Barhoumi tirava avanti nei cantieri edili tra Bologna e Padova, muratore in nero. Fino al 1998, quando sparì all'improvviso, per ricomparire a Jalalabad, in un centro reclute per i devoti alqaedisti. Nasri l'italiano fu catturato dagli americani, e finì a Guantanamo per 8 anni. Alla fine, il trasferimento in Italia, un processo che lo vide condannato a 6 anni e poi assolto in appello. Nasri non perse tempo, e tornò in Tunisia, abbracciando le micidiali milizie di Ansar Al Sharia, guidate dallo sceicco Abu Ayad.
Ma non è tutto. Sembra che le vecchie "vacanze studio" abbiano perso appeal, sostituite dalle vacanze di guerra. Come quella scelta dal ventunenne italiano, di origine marocchina, fermato in luglio a pochi chilometri da Padova al rientro proprio da un viaggio in Siria, la sua estate di "wargame".

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