Ipercentro, guerra al Consiglio di Stato

Mercoledì 20 Novembre 2019
Ipercentro, guerra al Consiglio di Stato
DUE CARRARE
I comitati, le associazioni di categoria e addirittura la proprietà del Castello del Catajo di Battaglia contro l'appello al Consiglio di Stato presentato da Deda Immobiliare e Devar claims per il vincolo della Soprintendenza che, di fatto, blocca qualsivoglia edificazione davanti allo stesso Maniero degli Obizzi. Centro commerciale compreso. I gruppi spontanei La Nostra Terra e Lasciateci respirare, Legambiente, Italia Nostra, Ascom, Confesercenti, Cia e Confagricoltura non intendono lasciare nulla di intentato al fine di portare a casa il successo definitivo, vale a dire la cancellazione dalle mappe dell'ipermercato più grande della provincia. Motivo per cui prenderanno parte al ricorso di secondo grado con l'obiettivo dichiarato di sostenere la posizione assunta un anno e mezzo fa dal Ministero dei Beni Culturali. Era già accaduto in occasione del primo ricorso al Tar del Veneto da parte di Deda, la srl riconducibile alla famiglia padovana Cetera. La novità è che stavolta sarà presente pure il Catajo.
VALORE
«Si tratta di un valore aggiunto in questa nuova battaglia legale commenta la portavoce dei comitati, Annachiara Capuzzo Nelle scorse settimane abbiamo cercato di coinvolgere anche le amministrazioni interessate al vincolo di inedificabilità: Due Carrare, Battaglia e Montegrotto. Purtroppo aggiunge non ci sono pervenute risposte positive da parte dei sindaci Davide Moro, Massimo Momolo e Riccardo Mortandello. In ogni caso ci auguriamo che i tre Comuni possano produrre, magari congiuntamente, un atto formale che appoggi appieno il provvedimento della Soprintendenza. Quest'ultima non ha fatto altro che certificare una sorta di marchio di qualità del lembo di territorio che si trova a margine del Parco dei Colli Euganei. Un brand, questo, spendibile in termini di attrattività turistica».
MOTIVAZIONI
Per quanto riguarda le motivazioni che hanno portato il privato a formalizzare il ricorso, questi chiarisce che «il vincolo è un atto senza precedenti in Italia: viola il principio della certezza del diritto». «Da vent'anni quel sito ha una destinazione commerciale, con bollino di grande superficie. Non solo. Il piano urbanistico attuativo è stato approvato da quasi un decennio». «Il provvedimento della Soprintendenza è frutto di un anomalo abbaglio: scambia per interesse pubblico ciò che invece è un esclusivo interesse privato del proprietario del Catajo; nello specifico, la pretesa di decidere il panorama riservato ai visitatori». L'immobiliare afferma inoltre che «va tutelato il colpo d'occhio sul maniero e sui Colli Euganei per chi esce dall'autostrada e percorre la viabilità. Il centro commerciale è al 100% fuori dalla visuale verso il Castello, essendo posto più a sud e senza alcun impatto». «In ogni caso il Life style center sarà invisibile dal Catajo. Confidiamo in una serena e veloce decisione che ripristini il buonsenso. Il documento, infine, è accompagnato da un'importante richiesta danni». La telenovela potrebbe riservare ulteriori colpi di scena.
Francesco Cavallaro
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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