Il direttore scientifico Scorrano: «Mi dimetto con grande tristezza»

Domenica 28 Giugno 2020
Il direttore scientifico Scorrano: «Mi dimetto con grande tristezza»
LA REPLICA
PADOVA «La mia posizione non cambia». É irremovibile il professor Francesco Pagano, presidente della Fondazione per la ricerca biomedica avanzata, nonché fondatore del Vimm, anche dopo le confessioni rilasciate alla stampa da Pier Paolo Pandolfi. I vertici dell'istituto di via Orus non si piegano allo scontento suscitato all'interno del mondo scientifico e universitario, ma è pronto il contro attacco dall'interno.
Dura la reazione del biologo molecolare di fama mondiale Luca Scorrano, da sei anni direttore scientifico del Vimm. «Ho mandato una email di dimissioni alla presidenza conferma Scorrano - Sono estremamente rattristato per lo sviluppo degli eventi. Io ho servito e continuo a servire le istituzioni, l'università e il Vimm, nella speranza e con la convinzione che questi due pilastri della nostra città continuino a lavorare in sinergia per il meglio della scienza. Ho il cuore pieno di amarezza. Nel momento in cui tutti i ricercatori del Vimm decideranno di esprimersi, lo farò anche io. Il comitato scientifico internazionale è composto da esperti di fama mondiale che non sono influenzabili da nessuno e agiscono in piena autonomia e coscienza». Al professor Scorrano non sono piaciute le dichiarazioni rilasciate dal presidente Pagano due giorni fa, che mettono in dubbio la serietà del comitato scientifico internazionale.
IL MALUMORE
«L'arrivo di Pandolfi naturalmente crea scompiglio e malumori ha detto Pagano -. Il comitato è in scadenza il 31 dicembre e come sempre un grande centro di ricerca quando nomina un direttore gli dà l'impegno di riorganizzare il comitato scientifico. Alcuni dei nostri ricercatori hanno paura che lui arrivi e ristrutturi tutto». Farsi da parte per evitare di essere messi da parte: è questa, dunque, l'interpretazione di Pagano. «Se ci fosse stato il minimo problema - ragiona ancora il presidente - i fatti avrebbero fatto il giro del mondo. Io in ogni caso con Harvard ho un dialogo continuo da sempre. Pandolfi lavorerà anche in un prestigioso centro del Nevada. Come può esserci dietro qualcosa? Su di lui io metto una mano sul fuoco».
Il clima all'interno dei laboratori di via Orus è sempre più pesante, i capi gruppo di ricerca per ora scelgono di non esprimersi pubblicamente. Ma il confronto potrebbe giocarsi in occasione del prossimo Cda. «Da persona che ha sempre lavorato per l'istituto sono addoloratissimo nel vedere attacchi ai miei colleghi rimarca Scorrano -. Mi auguro che questa situazione si risolva con una rinnovata fiducia tra ricercatori, ateneo e Fondazione per il meglio dell'istituto».
Tutto nasce dal tweet del giornalista americano Michael Balter, impegnato da tempo a rendere pubblici presunti episodi di molestie nel mondo accademico sull'onda del movimento MeToo. «Il ricercatore Pier Paolo Pandolfi è stato costretto a lasciare il Beth Israel Deaconess Medical Center a causa delle accuse di #MeToo. Accuse tenute segrete». Il tweet è del 19 maggio, il giorno prima che fosse annunciata la nomina di Pandolfi alla guida del Vimm. Accuse riprese dal blog For Better Science del giornalista tedesco Leonid Schneider. «Il dottor Pandolfi non ha più appuntamenti nella facoltà. Non possiamo fornire ulteriori dettagli personali», risponde l'Università di Harvard, dove Pandolfi dirigeva un centro d'eccellenza. Il presidente del comitato scientifico del Vimm, il tedesco Wolfgang Baumeister, spiega invece che «sulla nomina di Pandolfi non eravamo stati consultati e nemmeno informati» e poi, sempre a precisa domanda del Gazzettino, invita a leggere il blog tedesco. A richiesta di ulteriori ed esplicite motivazioni sulle dimissioni di massa, però, il presidente del comitato preferisce non rispondere.
E.Fa.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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