I parroci si arrendono: «Grest? Troppi rischi»

Venerdì 29 Maggio 2020
LA SITUAZIONE
PADOVA Comunque vada non sarà la stessa cosa. E non solo per l'obbligo delle distanza che rivoluzionerà il modo di giocare e socializzare. Le linee guida per i Grest, in fase di studio in Regione, trasformeranno infatti una gioiosa esperienza di vita e di incontro fra bambini ed adolescenti in una sorta di contenitore freddo ed asettico, sicuramente meno suggestivo delle esperienze che nelle estati passate erano state una palestra di crescita per i ragazzi. Basta questo a dire che i parroci restano scettici sul senso, prima ancora che sulla possibilità, di realizzare i Gruppi estivi. Questa è anche la ragione per la quale molti di loro hanno già alzato bandiera bianca.
«Se il protocollo di sicurezza dei Grest è quello che ci è stato anticipato esordisce don Alessandro Pedron, giovane parroco di Saletto e Terraglione di Vigodarzere - di sicuro rinuncerò. Lo scoglio più imponente non è dato solo da misure che obbligano a disinfettare oggetti e locali, ma quello che impone la sottoscrizione di un accordo con i genitori per il rispetto delle regole di contrasto al virus. Quale sarà la famiglia che rinuncerà a farci causa se il figlio si ammala? Meglio non rischiare». Fermare i Grest per l'impossibilità di gestirli, significa comunque per i parroci, appesantire il fardello di povertà educativa di cui soffrono i ragazzi. E a soffrire, oltre alle famiglie saranno ovviamente anche gli stessi animatori. Nella parrocchia di S. Antonino all'Arcella, il quartiere più popoloso di Padova, sono più di 80 i ragazzi fra i 16 e 17 anni pronti a partire per fare gli animatori.
«Da gennaio in avanti sottolinea padre Simone Milani, direttore del centro parrocchiale si trovavano ogni sera per sperimentare iniziative di musica, teatro, attività motorie, in una sorta di cantiere creativo nella prospettiva dei Grest. Ora tutto si è fermato. Se le norme anti Covid, impongono che a seguire i piccoli siano solo maggiorenni e con gruppi fissi, i presupposti di questo lavoro vengono meno. I Grest del resto un'esperienza di grande condivisione. Come si può pensare ad esempio di effettuare la mattina la preghiera comune, quando i piccoli ed i loro animatori debbono entrare a scaglioni, suddividersi in gruppi separati, accedere al triage, a volte senza nemmeno incontrarsi?». Risultato? La Parrocchia ridurrà l'attività estiva a qualche piccolo campus come quello del calcio e del basket, lasciando che ad utilizzare gli spazi sino associazioni esterne, in grado di assumersi la responsabilità dei centri.
Ma non mancano tanto in città che in provincia, anche atti di coraggio. Alla Parrocchia di S. Michele di Torre, l'appuntamento con i Grest non mancherà. Ma sarà riveduto e corretto. «Dovremo limitare la capienza a due terzi dei partecipanti dell'anno scorso illustradon Giuseppe Tommasin e per fare in modo che tutte le famiglie possano partecipare, sdoppieremo l'attività in più turni. Ma non ce la sentiamo di chiudere le porte ad un'esperienza cosi importante». A farlo tuttavia potrebbero essere norme troppo esigenti del protocollo. «Se è vero che dovremo sanificare i bagni dopo ciascun uso o far seguire l'attività solo da ragazzi maggiorenni, allora dovremo davvero rivedere la nostra disponibilità. Noi però siamo fiduciosi». Diversamente sarebbe il drammatico atto di morte di progetti ed iniziative abituate a volare sulle ali dell'entusiasmo. Ma ora più che mai appesantite dall'ineluttabile zavorra delle prescrizioni anti contagio.
Lucio Piva
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