I focolai dormienti minacciano Rocca Pendice, monte sorvegliato speciale

Venerdì 3 Luglio 2020
I focolai dormienti minacciano Rocca Pendice, monte sorvegliato speciale
TEOLO
Resta sorvegliato speciale il monte Rocca Pendice, teatro da un mese di un susseguirsi di roghi. La giornata di ieri è comunque filata liscia, senza allarmi che abbiano determinato l'entrata in azione dei vigili del fuoco, del Servizio forestale, del Gruppo antincendi boschivi e della Protezione civile regionale. In tutto, ad alternarsi ogni giorno, una trentina di uomini.
«Attualmente dichiara il sindaco di Teolo Moreno Valdisolo la situazione è sotto controllo, ma è in costante evoluzione. É difficile fare previsioni». «La pioggia della scorsa notte ha spento i piccoli focolai che continuavano a bruciare spiega l'assessore alla Sicurezza Valentino Turetta -. Questo però non ci consente di abbassare la guardia. Il livello di allerta resta elevato. Ufficialmente, infatti, l'incendio non stato dichiarato dai pompieri come domato». L'azione di monitoraggio è continuata anche per l'intera giornata di ieri. La mega operazione di spegnimento messa in atto domenica scorsa sembrava avere chiuso una volta per tutte la partita. Invece il monte ha continuato in questi giorni a bruciare. Il problema, secondo gli esperti, è quello dei cosiddetti focolai dormienti, profondamente incuneati fra le rocce e quindi quasi impossibili da raggiungere.
LA MATRICE
Resta inoltre da chiarire la matrice dei continui roghi. In un primo momento si era ipotizzata la matrice dolosa per spiegare il primo incendio risalente allo scorso 3 giugno, che aveva mandato in fumo centinaia di metri quadri di macchia mediterranea proprio nei pressi delle falesie della parete utilizzata dal Cai come palestra di roccia. Uno scenario che però si era scontrato con lo scetticismo dei pompieri e del Servizio forestale. L'area è infatti troppo impervia per essere raggiunta da piromani, per quanto determinati. Solo rocciatori molto esperti potrebbero arrivarci, ma anche loro con notevoli difficoltà. Per non parlare dei rischi elevatissimi che si correrebbero ad andare ad appiccare le fiamme fra le fenditure della parete. «La spiegazione più probabile del continuo riaccendersi dei focolai continua l'assessore Turetta - è che questi ultimi siano alimentati dalle radici delle piante cresciute all'interno dei mini crepacci». L'ultima azione di spegnimento risale a martedì, con l'intervento dell'elicottero del Servizio regionale decollato da Sospirolo nel Bellunese. Restano comunque al momento interdette tutte le vie di arrampicata della palestra di roccia e i sentieri che portano alle ferrate».
Eugenio Garzotto
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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