I COMMENTI
PADOVA Nel periodo in cui tutta Italia parlava del muro anti spaccio

Domenica 29 Novembre 2020
I COMMENTI PADOVA Nel periodo in cui tutta Italia parlava del muro anti spaccio
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PADOVA Nel periodo in cui tutta Italia parlava del muro anti spaccio di Padova lavorava a Bologna e si occupava di immigrazione. Ma gli echi di quanto avveniva nella città del Santo le giungevano quotidianamente. E lo ha ricordato, aggiungendo un plauso per l'operazione conclusa e per i risvolti positivi che avrà a breve. Il Questore Isabella Fusiello, infatti, ieri era in via Anelli al momento della demolizione del muro. «Sentivo parlare di questo argomento - ha osservato - e di un sindaco comunista che divideva la città tra cittadini padovani e immigrati. Con i colleghi si discuteva se avesse fatto bene o no, ma oggi alla luce di quanto è stato fatto, e soprattutto di quello che verrà realizzato, non può che essere ritenuta un'idea positiva. Noi come Polizia di Stato siamo felici di sapere che qui sorgerà la nuova Questura: nella sede attuale, infatti, non ci sono spazi sufficienti e quindi sapere invece che fra qualche anno gli operatori potranno avere ambienti più spaziosi è motivo di soddisfazione. Inoltre, qui la Questura rappresenterà un presidio di legalità e sicurezza. Pertanto ringrazio l'amministrazione per avere dato molta attenzione anche alle nostre esigenze».
Daniela Ruffini, assessore alla Casa durante la giunta-Zanonato, durante il mandato ha passato metà del suo tempo in via Anelli. «Siamo alla conclusione di un lungo processo partecipato, che ha coinvolto istituzioni, Cosp, quartiere e cittadini, e che è stato portato avanti con grande fatica. Qui allora convivevano due elementi: le mafie degli spacciatori e l'interesse per la rendita immobiliare: insieme ci fecero la guerra per i loro interessi e io vivevo con la macchina della Polizia sotto casa perché mi minacciavano. La nostra amministrazione aveva fatto un maxi investimento di 12 milioni di euro per le politiche abitative, assegnando mille alloggi, di cui 100 per gli inquilini di via Anelli, mettendo in moto una nuova visione di accoglienza e integrazione. Ora il ghetto non c'è più e il fatto che qui verrà realizzata la Questura è l'epilogo migliore». L'onorevole Alessandro Zan ha poi aggiunto: «L'abbattimento del muro dà l'idea di una città risanata. Oggi vediamo la luce e la costruzione della sede della Polizia dimostra che se le amministrazioni hanno a cuore la qualità della vita della gente, i risultati alla fine arrivano».
Paolo Manfrin, leader del Comitato Stanga, ha poi osservato: «Il 26 luglio del 2006 qui c'erano lacrimogeni, materassi in fiamme, machete, ed esplose via Anelli. Il sindaco Flavio Zanonato e l'assessore Marco Carrai per constatare gli spacciatori trovarono la soluzione del muro, chiamato così dal Gazzettino e diventato subito un caso e internazionale, tanto che il ministro Ferrero fece arrivare un contributo di 3 milioni di euro e il collega Minniti mi mise sotto scorta perchè ero stato pestato e minacciato. Oggi il Comitato, con la demolizione del muro e l'eliminazione definitiva del complesso Serenissima, ha raggiunto l'obiettivo che si era prefissato, cioè di riportare la legalità in quartiere».
Anche il consigliere Luigi Tarzia ha ricordato l'iter che ha consentito l'epilogo di ieri. «Siamo di fronte alla prima vera esperienza di sicurezza partecipata - ha evidenziato - di collaborazione attiva tra istituzioni, forze di polizia, residenti e commercianti, che ha portato allo sgombero delle palazzine da spacciatori e prostitute, a dare un alloggio migliore a chi viveva in tuguri, restituendo alla città un'area che era diventata franca persino per le forze di polizia. Però, deve restare impresso nella memoria quello che è successo, affinché non si ripeta più. E si potrebbe pensare di posizionare una lastra del muro sulla nuova rotatoria della strada».
Ni.Co.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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