GLI ISTITUTI
PADOVA Palestre sì, spogliatoi no. Magari i ragazzi usciranno

Giovedì 1 Ottobre 2020
GLI ISTITUTI
PADOVA Palestre sì, spogliatoi no. Magari i ragazzi usciranno dal campo sudati e si prenderanno un raffreddore, ma intanto eviteranno di lavarsi e cambiarsi in un piccolo spazio comune. È questa la regola più importante tra quelle messe nero su bianco dalla Provincia di Padova nel protocollo appena proposto a scuole superiori e società sportive. L'obiettivo? Far riprendere in sicurezza allenamenti, gare e partite. Il documento è già stato firmato da tre istituti padovani (Scalcerle, Severi e Duca degli Abruzzi) e la stessa scia dovrebbe essere seguita dalle scuole Curiel e Bernardi. Parliamo di un unico protocollo, ma i decaloghi sono addirittura tre. Uno destinato alle società, uno agli atleti e uno ai loro genitori.
IL PANORAMA
La questione interessa centinaia di società delle discipline più disparate: pallavolo e pallacanestro, scherma e ginnastica, fino al karate. In tutta la provincia padovana si contano oltre 250 palestre. Venticinque sono quelle di proprietà dell'ente Provincia e le altre fanno capo a Comuni e alcune parrocchie. Le società che le usano ricevono le strutture in convenzione per allenamenti, gare e partite. Attenzione, però: la responsabilità è in capo agli istituti scolastici e quindi sono i presidi a doversi preoccupare della sicurezza sanitaria e non solo. Ma chi sanifica le palestre? Tra società e presidi si era creato un muro contro muro che rischiava di bloccare lo sport dilettantistico padovano, ma ora con questo protocollo il presidente della Provincia Fabio Bui sta cercando di mettere tutti d'accordo.
LE DISPOSIZIONI
L'aspetto più importante del documento riguarda le pulizie delle palestre che dovranno essere in capo, dopo ogni seduta, alle società stesse. Non sarà necessario affidarsi a imprese di sanificazione certificate («il costo di duemila euro al mese sarebbe insostenibile» ha spiegato Bui) ma i responsabili dovranno comunque igienizzare ingresso, palestra, bagni e attrezzature sportive «con specifici detergenti utilizzati nel rispetto delle schede tecniche e di sicurezza». Per le società sportive, che devono essere dotate di un responsabile Covid, c'è l'obbligo di misurare la febbre e non far entrare chi ha più di 37,5, ma anche l'indicazione di «chiedere sempre ai ragazzi se si sentono in forma». Viene richiesto di controllare sempre che i ragazzi non si abbraccino (molto difficile da far rispettare rigorosamente negli sport di squadra come per esempio la pallacanestro) e viene ricordato che «gli allenamenti devono essere svolti a porte chiuse: possono entrare solo atleti e personale di supporto».
I GIOCATORI
Anche agli atleti viene raccomandato di «evitare abbracci e strette di mano», ma anche di usare sempre una borraccia personale e di presentarsi al campo già vestiti per l'attività sportiva. Tra le curiosità troviamo anche il «divieto di allenarsi a torso nudo». Ai genitori, invece, viene chiesto di «far scendere i ragazzi davanti alla palestra senza accompagnarli dentro per evitare inutili affollamenti» e di munire i propri ragazzi di tappetino o asciugamano personale da usare durante l'allenamento. Infine, il monito più importante: «Se i ragazzi hanno febbre, tosse o raffreddore o non si sentono in forma, non portateli ad allenamento».
L'ACCESSO
Interessanti, nel protocollo, anche gli aspetti legati all'accesso in palestra. La mascherina è obbligatoria quando si entra e può essere tolta durante l'attività sportiva. La società deve essere munita di gel igienizzante e deve mantenere per 14 giorni un registro delle presenze. «I presidi che non hanno ancora voluto firmare il protocollo probabilmente hanno avuto esperienze negative negli anni passati con società che non pulivano le palestre in modo adeguato e quindi ora hanno timore - riflette il presidente Bui - Su questo vigileremo però anche noi. Questo protocollo segna la strada giusta da seguire e contiamo che sempre più scuole superiori lo firmino». Per le palestre delle scuole elementari e medie a mediare sono invece i vari Comuni.
G.Pip.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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