GLI ESERCENTI
PADOVA Movimento? Abbastanza, sempre meglio che chiusi. Il tempo

Domenica 11 Aprile 2021
GLI ESERCENTI PADOVA Movimento? Abbastanza, sempre meglio che chiusi. Il tempo
GLI ESERCENTI
PADOVA Movimento? Abbastanza, sempre meglio che chiusi. Il tempo ha retto fino a pomeriggio inoltrato permettendo ai padovani (e non solo) di passeggiare per le vie del centro nel primo fine settimana di zona arancione. Il prodotto più venduto? Scarpe sportive per camminare. «Vendiamo quasi solo quella tipologia di calzatura dice Daniela Longo, titolare dell'omonimo negozio di scarpe in via Zabarella I clienti entrano anche per vedere scarpe da cerimonia però pochi acquistano perché gli eventi sono in bilico, non si sa se davvero si faranno o saranno sospesi sempre per il coronavirus. Questa mattina (ieri, ndr) abbiamo lavorato abbastanza bene, anche grazie al sole che ha reso piacevole passeggiare però il fatto che non si possa andare fuori comune è un limite importante per il commercio». Anche se qualche furbetto c'è che arriva da fuori Padova. Persino da fuori provincia.
GUARDIA ANCORA ALTA
Tra i capannelli di persone che si sono formati durante tutto il giorno in centro storico si avverte la stanchezza per le restrizioni. Una stanchezza comprensibile quanto pericolosa perché il rischio è che si arrivi ad abbassare la guardia. «Speriamo riaprano piano piano, un libera tutti come l'anno scorso può essere controproducente sostiene Monica Lazzarini, co-titolare della pasticceria Racca di via Calvi Le regole bisogna rispettarle anche se spero davvero che non si torni più in zona rossa. Adesso un po' di movimento in più si vede ma siamo ancora sottotono. Poi noi siamo in una posizione difficile, nascosta. Ci sono clienti che chiedono di poter consumare all'interno perché magari hanno freddo: quando diciamo di no non insistono, capiscono. Certo che fare solo asporto cambia molto per una pasticceria. Il dolce è qualcosa che va gustato con calma, la nostra clientela abituale è formata da persone non più giovani che magari hanno piacere a stare sedute».
LE DIFFICOLTÁ
C'è chi non ha dovuto combattere solo contro le difficoltà arrecate dalle restrizioni per il Covid-19. Al Bar centrale di via Zabarella c'è ancora il vetro rotto, ricordo della notte tra il 16 e il 17 novembre dell'anno scorso quando un clochard di 55 anni ha dato fuoco al plateatico. «Ho speso 15 mila euro per rifare tutto l'impianto elettrico nuovo riferisce Rosa Buono, titolare del bar L'incendio lo aveva danneggiato e non mi fidavo a lasciarlo così. Altri 10 mila euro li ho spesi per gli arredi che ora sono accatastati perché si può fare solo asporto. Mi manca il vetro da fare. E sa quanto mi ha dato l'assicurazione? 2.230 euro. Come si pensa che possa pagare tutto se per di più non ci fanno lavorare? Il mio locale è aperto da 63 anni. Ha attraversato crisi di tutti i tipi. Ma francamente non so se questa volta ce la faremo».
Pochi clienti ne vedono quei negozi che vendono abbigliamento elegante, più formale. Quel tipo di abbigliamento che si indossa per cenare fuori o per una importante riunione di lavoro. «Ora a cena fuori non si va, nemmeno se fossimo in zona gialla commenta Michele Galletta del negozio Di Michele di via Fiume Tuttavia credo che se lasciassero i bar aperti con servizio al tavolo fino alle 20 in zona gialla sarebbe già diverso. Passaggio oggi ne ho visto ma di clienti pochi. Comunque meglio così piuttosto che essere chiusi del tutto, speriamo si continui a migliorare. Con i bar che ancora fanno solo asporto molti di noi chiudono alle 19 e non alle 19.30 perché dopo le 18.30 non si vede più nessuno in giro quindi anche per noi è inutile restare aperti».
Si.Mo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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