Cervelloni crescono in Medicina: nei test d'ingresso, Bo al terzo posto

Mercoledì 18 Settembre 2019
Cervelloni crescono in Medicina: nei test d'ingresso, Bo al terzo posto
I TEST
PADOVA All'ateneo patavino si concentrano i «cervelloni» del test d'ingresso di Medicina e Odontoiatria. E' quanto emerge dai risultati delle prove d'accesso al corso di laurea a numero programmato, pubblicati ieri sul sito dell'università italiana universitaly.it del Ministero dell'Istruzione.
LA CLASSIFICA
Ben dieci candidati padovani si classificano tra i primi cento d'Italia conil punteggio più alto. Il test si è svolto lo scorso 3 settembre, a Padova si sono presentati 2.823 ragazzi per 340 posti. A livello nazionale hanno sostenuto la prova in 60.776 (68.694 le domande pervenute). Gli idonei, quelli che hanno totalizzato i 20 punti minimi necessari per concorrere alla graduatoria nazionale e alla distribuzione dei posti disponibili, sono quest'anno 42.745, il 70,33% del totale.
I candidati hanno dovuto rispondere a 60 quesiti in 100 minuti. Il punteggio medio nazionale registrato tra gli idonei è di 35,23. Il punteggio medio più alto a livello di ateneo è di 39,12 a Pavia. La percentuale di idonei più alta è stata registrata a Udine (83,5%). Il punteggio più alto è stato conseguito presso l'Università Statale di Milano (82,4).
I primi 100 classificati sono concentrati in 22 atenei. Quelli con il maggior numero di candidati tra i primi 100 sono Milano-Bicocca (14), Bologna (14), Catania (10), Padova (10), Pavia (8). Per ora i punteggi sono pubblicati in forma anonima, i risultati nominali saranno diffusi il 27 settembre nell'area riservata del portale Universitaly e la graduatoria nazionale di merito nominativa sarà pubblicata il primo ottobre.
LA POLEMICA
Intanto crescono le polemiche sulla delibera della Giunta Regionale per l'assunzione di 500 medici abilitati ma privi del diploma di specializzazione nel Servizio sanitario regionale, in particolare nei dipartimenti di Urgenza, Medicina Interna e Geriatria. «La scelta è folle, e avrebbe delle conseguenze catastrofiche - dichiara Pietro Notarnicola, coordinatore di Studenti Per Udu Padova - Non solo, infatti, l'intero servizio sanitario regionale sarebbe penalizzato in qualità, a discapito degli utenti che ne beneficiano, ma questa scelta costituirebbe un pericoloso precedente, che andrebbe ad istituire ulteriori figure professionali precarie, oltre a portare avanti quello che sembra un diabolico piano di ulteriore definanziamento. Affidare un percorso di specializzazione, seppur estremamente risicato, ad una Fondazione direttamente dipendente dalla Regione è un affronto alle Università, a cui è riconosciuta costituzionalmente la prerogativa di occuparsi della formazione medicospecialistica».
Ai medici sarà garantito un percorso di formazione di 92 ore, erogate e programmate dalla Fondazione Scuola di Sanità Pubblica. «E' una vera e propria offesa - continua Mimmo Brombin, rappresentante del corso di Medicina e Chirurgia -. Si nasconde un problema sistemico, ossia la scarsità di borse di specializzazione per i neoabilitati. Da sempre denunciamo l'esistenza di un inaccettabile imbuto formativo: le borse per le Scuole di Specializzazione sono sempre meno del numero di laureati annuo in Medicina. L'emergenza medici non è sbucata all'improvviso». Il Veneto ha 11mila medici, secondo le stime ne mancano 1.300. «La soluzione è una afferma Virginia Libero, rappresentante in Senato accademico per Udu - aumentare le borse di specializzazione. Le Università manifestino chiaramente la loro contrarietà alle delibere ferragostane della Giunta».
Elisa Fais
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