Attilio, un lungo anno di silenzio

Venerdì 26 Luglio 2019
Attilio, un lungo anno di silenzio
TOMBOLO
E' passato un anno dalla notte tra il 12 e 13 luglio dell'anno scorso, dall'allontanamento volontario di Attilio Beghetto, imprenditore artigiano di 47 anni, dalla sua abitazione di Tombolo e dalla sua famiglia: la moglie Michela e la figlia oggi quattordicenne. Nella serata precedente era stato convocato dai carabinieri della compagnia di Cittadella. Il mattino successivo avrebbe dovuto presentarsi in Tribunale a Padova.
Era stato trovato in possesso di sostanze stupefacenti, si è saputo poi. Persona laboriosa, consocio di un'impresa specializzata nelle pitture edili, impegnato nel volontariato. Si addormentò sul divano senza raggiungere la moglie a letto e senza rivelarle che cosa gli era successo. «Solo un piccolo problema», era stata la giustificazione alla sua evidente tensione. L'indomani, al risveglio, la signora non trovò più il marito in casa.
Su un foglio di carta un messaggio sibillino, due brevissime frasi: «Mi spiace tanto, perdonami» e «Non ce la faccio più».
Anche la sua automobile non c'era più in garage. Era stata ritrovata sulle montagne nel Bellunese. Era aperta e all'interno, oltre alle chiavi, c'era anche il cellulare di Attilio. La zona del ritrovamento è quella di Seren del Grappa dove abitano i genitori dell'uomo che hanno deciso di trascorrere gli anni della pensione ai piedi del massiccio del Monte Sacro alla Patria. Da un capanno attiguo alla casa era sparito anche un fucile da caccia. Qualcuno ha dichiarato di aver udito degli spari proprio nella giornata della sparizione. Sta di fatto che le intense ricerche, durate una settimana con l'impiego di personale specializzato, non hanno portato a nulla. Come purtroppo vano era stato, un mese dopo, l'accorato appello della moglie che in animo suo, senza nessun elemento oggettivo, sentiva il marito e padre, ancora vivo e lo invitava quindi a rientrare a casa, rinnovandogli tutto l'amore e l'affetto, rincuorandolo che tutto avrebbe trovato una soluzione positiva. Nulla invece si è mosso dopo un anno. Pronta, prontissima la moglie Michela a stargli a fianco per superare la situazione che era venuta a crearsi. Certo, per lei nessuna certezza sulla reale condizione del marito, la convinzione però che ci fosse qualcuno che sa qualche cosa, o ancora, che un amico gli stesse dando ospitalità nell'attesa che le acque si calmassero.
Trascorso un anno queste speranze vengono meno. «Avesse deciso di cambiare vita - aveva dichiarato la moglie - almeno ci faccia sapere in qualsiasi modo che è vivo. Ce ne faremmo una ragione. Ma noi, e prima di tutti nostra figlia, vogliamo riabbracciarlo». Nessun avvistamento, nessuna segnalazione, a parte nei primissimi giorni dall'allontanamento. Qualcuno diceva di averlo incrociato ancora nella zona del Cittadellese. Del resto accade molte volte in casi del genere. Accanto a questi 365 giorni di assoluto nulla, rimane quindi aperta e plausibile ogni ipotesi e ovviamente vivissima la speranza che Attlio possa in qualsiasi momento tornare a riabbracciare i suoi cari. Al consocio dell'impresa non è rimasto altro che chiudere la società e aprirne una nuova. Anche lui, impegnato fin da subito nelle ricerche, non è mai giunta la minima notizia.
Tutto congelato ad un anno fa. Nella speranza che qualcuno possa anche casualmente avere notizie, le caratteristiche fisiche di Attilio sono un'altezza di 170 centimetri, occhi azzurri e capelli biondi. Se n'è andato da Tombolo indossando un t-shirt bianca, un paio di bermuda di colore grigio e scarpe da ginnastica. Del caso si è interessata anche la nota trasmissione televisiva Chi l'ha visto?, ma anche questo importante canale informativo non ha portato a nulla.
La speranza non viene meno. Attilio è atteso a braccia aperte.
Michelangelo Cecchetto
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