Banco Bpm, pesano diamanti e azioni

Domenica 7 Aprile 2019
Banco Bpm, pesano diamanti e azioni
FINANZA
VERONA È stata un'assemblea vissuta, partecipata, a tratti anche tesa quella che ieri, a Verona, ha visto i soci del Banco Bpm approvare alla fine un bilancio 2018 che chiude con una perdita di 151.618.095,92 euro, superiore addirittura ai 54 milioni di rosso che erano stato licenziati dal consiglio d'amministrazione a febbraio come risultato netto.
A tenere banco la vicenda diamanti che vede il Banco coinvolto assieme ad altri grandi istituti nell'indagine aperta dalla magistratura (con il 19 febbraio il sequestro preventivo da parte della Guardia di Finanza di 84,6 milioni dalla casse del Banco Bpm dopo il fallimento a gennaio della società IDB, Intermarket Diamond Business Spa, che vendeva e custodiva le pietre). Prima all'esterno con una manifestazione unitaria di clienti e dipendenti, con molti di questi ultimi che si ritrovano coinvolti nelle vertenze legali mosse dai clienti. Poi all'interno con gli interventi di diversi soci piuttosto arrabbiati. Tanto che il bilancio è stato sì approvato, ma a maggioranza, non all'unanimità come accadeva ai bei tempi.
L'INCONTRO
«Lunedì 8 aprile si terrà un incontro tra le associazioni dei consumatori e Banco Bpm nella speranza di arrivare ad un aumento delle proposte transattive, con oggi il Banco che propone il 50% del valore investito lasciando il diamante al cliente, mentre le altre banche coinvolte hanno già ristorato i clienti con il 100 per cento dell'investimento riprendendosi le pietre - ha spiegato Davice Cecchinato di Adiconsum Verona -. Chiediamo una soluzione collettiva alla vertenza, andando a riconoscere ai clienti un risarcimento maggiore di quelli sino ad ora ottenuti».
Secondo il provvedimento sanzionatorio dell'Antitrust del 20 settembre 2017 il valore delle vendite intermediate dal Banco BPM nella vicenda diamanti dal 2011 al 2016 è stato complessivamente di oltre 600 milioni di euro e i clienti interessati sono stati circa 40.000. La stessa relazione del presidente del Banco Bpm (e prima ancora per anni al vertice della Banca Popolare di Verona e Novara), Carlo Fratta Pasini, parla per l'esercizio 2018 «di circa 13.300 reclami per richieste complessive di circa 430 milioni». Tanto che l'istituto ha dovuto impegnare 150 dipendenti nell'attività di risposta ai clienti che chiedevano spiegazioni e presentavano reclamo. E mettere a riserva per questa vicenda 318,3 milioni.
FIDUCIA
«Qui ne va dell'immagine della banca, della fiducia che noi soci e azionisti dobbiamo riavere nell'istituto - hanno sottolineato in più di un intervento, applauditi, diversi soci -. Siamo stati contattati da dipendenti della banca, non dall'Idb, e se non vi fosse stata la banca di mezzo non avremmo acquistato i diamanti. Le altre banche restituiscono il 100 e si trattengono diamanti. Il Banco vuole lasciare le pietre ai clienti, ma chiediamo un ristoro di almeno il 70%. La prima volta ci hanno offerto il 20%, un mese dopo il 40%. Ci siamo sentiti al mercato delle vacche».
A questa vera vertenza, si assomma la situazione del bilancio, che chiude per un altro anno in negativo. E questo non ha certo contribuito a rasserenare gli animi, «visto anche il valore attuale dell'azione del banco, venerdì a 1,95 euro quando qualche anno fa, nel 2011, era quotata a 14 euro» come ha fatto notare più di un socio nei suoi interventi in assemblea.
Come non ha certo gettato acqua sul fuoco scoprire, proprio ieri dalla tabella sui compensi d'oro dei top manager pubblicata da Milano Finanza, che proprio il manager bresciano Maurizio Faroni, indagato nell'inchiesta della Procura di Milano nella vicenda diamanti e per questo sospeso a febbraio dal cda di Banco Bpm dal ruolo di direttore generale, risulta in classifica con un compenso 2018 di 705 mila euro.
Massimo Rossignati
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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