Rogo-bomba: oggi l'anticipo del processo

Lunedì 11 Dicembre 2017
Rogo-bomba: oggi l'anticipo del processo
PIEVE DI CADORE
Oggi sarà la giornata di Fabio Laritonda, il 40enne di origine brindisina, che, con le sue dichiarazioni, ha dato una svolta alle indagini sul rogo-bomba che ha distrutto la pizzeria Mordi e Fuggi. Laritonda, che è attualmente ai domiciliari a causa di un procedimento per evasione in una casa di Brindisi, sarà in Tribunale a Belluno. È stato chiamato dal pm, Paolo Sartorello, che vuole cristallizzare le dichiarazioni del 40enne in un incidente probatorio, che inizierà oggi a mezzogiorno. Si prevede un'udienza fiume.
L'INCHIESTA
Sono cinque gli indagati per l'incendio doloso che il 24 aprile 2017 distrusse il locale di via XX Settembre in centro a Pieve. Oltre a Fabio Laritonda, arrestato tra i primi, gli esecutori individuati dalla Procura sono il tassista Giuseppe Lauro, 57enne anche lui ai domiciliari a Domegge, Fabio Ferraro, il 21enne brindisino che rimase ferito e che attualmente è fuori con obbligo di firma. Tutti finironmo nei guai il 14 giugno scorso. In cella a Baldenich Laritonda e Lauro parlarono a lungo: erano intercettati. Il 29 luglio Laritonda chiede di essere sentito e racconta la nuova versione di quanto accaduto il 24 aprile, facendo il nome del presunto mandante e di un mediatore. Il 18 ottobre l'inchiesta ha una svolta: il titolare della pizzeria, Alessandro Piccin di Pieve di Cadore finisce a Baldenich e il presunto mediatore, Luigi Zanettin, ovvero la persona che secondo la Procura avrebbe trovato gli esecutori per mettere in atto il piano, finisce ai domiciliari. Il Riesame, dopo un mese, ha però annullato l'ordinanza del gip bellunese mettendo in libertà Piccin e Zanettin. I motivi non si conoscono ancora, ma la Procura è corsa ai ripari scegliendo di procedere con l'incidente probatorio.
LA PROVA
La scelta del pm di anticipare la prova del processo e cristallizzare la versione di Laritonda, che è il grande accusatore di Piccin e Zanettin, fa propendere per una sola ipotesi. Il Riesame potrebbe aver deciso per la liberazione di Piccin e Zanettin non ritenendo credibile il soggetto che li accusa, ovvero Laritonda. L'indagato avrebbe dato infatti diverse versioni. In un primo momento nell'interrogatorio di garanzia disse che aveva fatto tutto da solo. Poi decise di accusare il titolare e Zanettin. Forse non viene ritenuto credibile dai giudici. Per questo il pm ha deciso di chiedere l'assunzione anticipata della prova tramite l'incidente probatorio che ci sarà oggi in Tribunale a Belluno.
L'UDIENZA
L'incidente probatorio altro non è che una sessione di indagine a cui partecipano, oltre al magistrato, i rappresentanti legali e i consulenti di più parti. A differenza dei normali atti di indagine, ha valore di prova utilizzabile direttamente nel processo. È uno snodo importantissimo quindi per l'inchiesta sul rogo bomba, visto che le accuse contro Piccin e Zanettin si basano in gran parte sulle dichiarazioni di Laritonda. Avvalorate anche dalle intercettazioni ambientali in cella e da quanto ricostruito nelle indagini. È emerso infatti che l'imprenditore Piccin aumentò la polizza che copriva il locale Mordi e fuggi poco prima del rogo: il 13 aprile 2017, solo 10 giorni prima, fece innalzare il capitale assicurato da 80mila a 90mila euro per i beni all'interno della pizzeria e da 500mila euro a un milione per la copertura di eventuali danni a terzi.
Olivia Bonetti
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