Provincia verso il patto di coalizione

Mercoledì 19 Febbraio 2020
L'INCONTRO
BELLUNO Sembra il primo giorno di scuola a palazzo Piloni. Il presidente Roberto Padrin prende posto in cattedra. Al suo fianco destro l'ex vicepresidente Serenella Amalia Bogana. Poi trova posto il forzista Dario Scopel, al suo esordio a Palazzo Piloni, la pattuglia leghista con De Toni e Bortoluzzi. Le rimanenti sei sedie vengono monopolizzate dai loro colleghi del centrosinistra. Vale la pena soffermarsi ancora sull'ordine con cui sono stati occupati gli scranni. Agli estremi delle due coalizioni, nel punto di contatto, siedono Franco De Bon per il centrosinistra e Massimo Bortoluzzi per il centrodestra. Al centro dell'ala di centro sinistra c'è il sindaco di Feltre, Paolo Perenzin, una posizione strategica. E' all'altro capo del tavolo di Padrin. Il clima sembra disteso, le parole vanno tutte nella stessa direzione: «Fare il bene comune», «Guardare nella stessa direzione», «Raggiungere gli obiettivi», «Il piano consegnato al ministro Boccia». Insomma nulla di nuovo. Le scintille non ci sono state e chissà se ci saranno mai in questo consiglio che punta a fare sintesi anche sulla questione autostrada in cui le visioni sono diametralmente opposte tra i due schieramenti: sbocco a nord (per il centrodestra) e nessun prolungamento dell'A27 (per il centrosinistra).
MOTORI CALDI
A premere sull'acceleratore è stato il sindaco di Ponte nelle Alpi, Paolo Vendramini. Nel suo intervento ha messo in fila un paio di concetti che hanno marcato la distanza dalla Regione e la determinazione con cui la coalizione di centrosinistra guarda al futuro dell'ente Provincia. «È una Regione con cui si fa fatica a dialogare. Pensiamo al tema autonomia. Zaia chiede riconoscimento autonomia regionale ma nel frattempo potrebbe concederne di più a questa provincia». Una sgasata che non sortisce effetto immediato ma che lascia intendere chiaramente che al tavolo non tutti abbiano la stessa sensibilità e qualche turbolenza nel futuro immediato non è da escludere.
RAPPRESENTANZA
Su un punto tutto il consiglio concorda: l'elettività diretta. Smontare la Delrio che ha trasformato palazzo Piloni in un ente Frankestain. In cui tutto viene deciso dentro i municipi, nelle segreterie dei partiti e non con i voti dei cittadini. Bogana ha anche puntato il dito contro la scarsa rappresentanza delle donne. «Una carenza subita anche in campagna elettorale - ha spiegato - in cui sono prevalsi i toni da uomini». «Non abbiamo ancora parlato delle deleghe - ha proseguito Padrin - lo faremo». A domanda specifica nessuno si è detto pronto a rifiutare incarichi (Padrin vuole dare almeno una delega a ciascuno degli eletti, così da tenere tutti in maggioranza). Bortoluzzi ha chiarito che ci sarà un passaggio con il partito ma che da parte sua c'è «disponibilità» a continuare negli incarichi del vecchio mandato.
Andrea Zambenedetti
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