Produzione crollata del 33 per cento

Domenica 9 Agosto 2020
LA FOTOGRAFIA
BELLUNO Quadro nerissimo. Crollo senza precedenti. Interi comparti messi a durissima prova. Fra aprile e giugno, nel pieno dell'emergenza sanitaria, il manifatturiero in provincia di Beulluno ha messo a segno una contrazione di produzione e fatturato che supera le attese e che si aggiunge all'andamento già ampiamente negativo del primo trimestre. Su base annua la produzione industriale di Belluno risulta quindi in calo del 33%. Un dato che da solo già tratteggia quanto nera sia la situazione. Per il terzo trimestre dell'anno l'auspicio di tutti è di un rimbalzo delle attività: il 43-47% delle imprese intervistate prevede una significativa risalita dei livelli produttivi.
L'ANALISI
«Ha davvero ragione la Bce a parlare di riduzione epocale della produzione nell'Eurozona. Tale è la situazione nei nostri territori -spiega il numero uno della camera di commercio di Belluno e Treviso, Mario Pozza- la provincia di Belluno è in sofferenza per l'occhialeria: qui la variazione congiunturale della produzione è del -24,8%, che affossa il trend annuo ad un clamoroso -33,6%». Analoghe cadute a due cifre si registrano per fatturato, ordinativi interni ed esteri, con giusto una maggiore tenuta (o meglio, una minore flessione) del fatturato estero che si ferma, a Belluno, comunque oltre il 13 per cento in meno. È una foto senza precedenti quella che emerge dall'indagine di VenetoCongiuntura di Unioncamere del Veneto che si basa su un campione di 459 imprese con almeno 10 addetti (per quasi 15.500 addetti) per la provincia di Treviso e di 80 imprese (per oltre 3.000 addetti per la provincia di Belluno.
L'OCCHIALERIA
A pagare il prezzo più alto, come preventivato, è il settore dell'occhialeria. Un comparto che non è mai stato interessato dai provvedimenti del governo e che avrebbe potuto lavorare anche durante il periodo di confinamento. «Una maggioranza degli imprenditori manifatturieri trevigiani e bellunesi (che non scende quasi mai sotto il 40% degli intervistati, nei vari indicatori monitorati) - rivela l'indagine - già confida nel terzo trimestre dell'anno per avviare questo percorso di risalita, quando in tempi ordinari solitamente si tirano i remi in barca per la fisiologica pausa estiva: il 46,6% degli intervistati in provincia di Belluno prevede che tra luglio e settembre la produzione torni ad aumentare.
IL COMMENTO
«E' fondamentale - spiega Mario Pozza - leggere questi dati con una doppia focale: da un lato gli indicatori sul secondo trimestre ci permettono di acquisire piena consapevolezza del profondo danno inferto da Covid alla nostra economia. E di quanto sia importante che tutti si assumano le responsabilità affinché non si ripeta più quel contesto di emergenza sanitaria che ci ha costretto al confinamento. Se l'economia si ferma una seconda volta, non c'è scampo, visti i numeri che già abbiamo dovuto incassare».
SEGNALI POSITIVI
«Al tempo stesso - aggiunge il Presidente - dobbiamo guardare con attenzione ai diversi segnali che stanno danno forma alla ripartenza delle attività. Senza facili illusioni: ci vorrà tempo per riprenderci da questo shock. Ma nemmeno restando a piangere sul latte versato. Bisogna passare dall'assistenzialismo indifferenziato ad oltranza, a più mirate misure di sostegno, per quei settori che stentano ad agganciare, per diversi motivi, la ripartenza delle attività»
AZ
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