Opere pubbliche: il piano vincolato dai soldi romani

Martedì 17 Ottobre 2017
Opere pubbliche: il piano vincolato dai soldi romani
GLI INVESTIMENTI
BELLUNO Il 2018 sarà l'anno della rigenerazione urbana. Il piano delle opere pubbliche 2018-2020 ieri è passato in giunta. Difficile prevedere gli investimenti quando ancora non si sa quanti soldi arriveranno da Roma, ma una cosa è certa: i fondi del Comune verranno moltiplicati. «Per i progetti del Piano di rigenerazione urbana metteremo sul piatto quasi 3 milioni 900mila euro spiega il sindaco Massaro -, la nostra parte di cofinanziamento a cui si aggiungeranno i contributi dello Stato. Questi soldi faranno infatti arrivare a Belluno 18 milioni da Roma per attivare complessivamente, tra pubblico e privato, investimenti per circa 35 milioni di euro. Insomma, quasi un rapporto di 1 a 10». Venendo ai particolari, la parte del leone la faranno le vecchie elementari Gabelli. Il miglioramento sismico è stato ultimato, ora la scuola ha bisogno di tutto il resto della ristrutturazione. Per questo la giunta ha inserito nel Piano 3 milioni 200mila euro, a cui si aggiungerà circa 1 milione del Governo. E con i restanti 600mila verranno finanziati quattro cantieri. «Circa 187mila euro andranno per il Parco fontane di Nogarè - prosegue Massaro -, 245mila saranno destinati alla ciclabile Belluno-Ponte nelle Alpi lungo il Piave e 200mila per quella Antole- Mas. Infine 60mila euro sono stati riservati alla piazzetta antistante Palazzo Bembo». A questo pacchetto si aggiungono le altre opere pubbliche fuori dal Piano di rigenerazione. Qui grossa parte dei fondi andrà all'edilizia scolastica, una porzione alle tradizionali manutenzione dei manti stradali ed è stato messa in tabella anche l'estensione della rete di illuminazione pubblica.
Quindi i progetti. «Circa 250 mila euro li impiegheremo per la progettazione del Pat e per tanti altri nuovi interventi necessari in città - conclude il primo cittadino -. Vogliamo proseguire il circolo virtuoso attuato con il Piano di rigenerazione realizzando tanti progetti così da farci trovare pronti quando usciranno nuovi bandi. E' complicato stendere il Piano delle opere pubbliche prima di sapere quante risorse sono a disposizione, ma regola dice che dev'essere approvato sessanta giorni prima del bilancio previsionale».
Alessia Trentin

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