Nomade ladra "parcheggiata" in ospedale

Giovedì 25 Febbraio 2016
Nomade ladra "parcheggiata" in ospedale
Negli ultimi dieci mesi è rimasta "parcheggiata" all'interno dell'ospedale di Vicenza. A carico dello Stato che per questa paziente ha speso, secondo una stima, oltre 10 mila euro al mese. La vicenda, che riguarda una rom di 47 anni, senza residenza e con i familiari indifferenti, ha scatenato violente reazioni politiche nel capoluogo berico, anche perchè la donna avrebbe messo a segno dei furti mentre era in carrozzella. Ieri è stata finalmente trasferita in un istituto per anziani e persone non autosufficienti.
Una svolta comunque decisiva che pone fine ad una storia iniziata nel maggio dello scorso anno, quando la rom è entrata al San Bortolo come degente, sottoposta ad una serie di interventi e poi lunghi mesi di riabilitazione, dai quali però non si è ristabilita, visto che è tuttora costretta su una sedia a rotelle. Di fatto la donna è rimasta in carico all'unità spinale del San Bortolo, nonostante per i medici si fosse concluso l'iter ospedaliero. Il problema è che la donna è stata abbandonata completata dai familiari (che pure all'estero sono stati contattati al telefono, ma non vogliono occuparsi di lei), mentre i servizi sociali del Comune di Vicenza non possono prenderla in carico in quanto la donna è priva di una residenza fissa: quella che aveva a Bolzano, l'ultima della sua esistenza, è stata cancellata nel 2013. E così alla fine nessuno se l'è sentita di metterla in mezzo ad una strada. Non poteva, proprio per questioni di mobilità, tornare a fare la barbona, in cerca ogni giorno di un posto per ripararsi e di qualcosa da mangiare.
Il problema è che la rom, ormai una "vecchia conoscenza" per sanitari, medici ma anche pazienti del San Bortolo, che ogni giorno la incrociavano tra i corridoi e nelle sale d'attesa, non ha fatto del suo meglio per farsi volere bene: in due occasioni è stata scoperta e denunciata per furto aggravato, dopo essere stata immortalata anche dalle telecamere gestite dal posto di Polizia. In realtà si teme che in questi mesi possa aver messo a segno altri colpi, ai danni di degenti o persone che arrivano al San Bortolo per le visite.
Esponenti della politica vicentina si erano rivolti al Governatore del Veneto per risolvere il caso della "paziente speciale". Proprio ieri mattina sulla scrivania di Luca Zaia è giunta un'interrogazione di Antonio Guadagnini, consigliere di Indipendenza Noi Veneto. «La vicenda costa alla Usl 6 di Vicenza 400 euro al giorno – si legge nella nota - e viene occupato un posto che dovrebbe essere destinato a chi ne ha effettivamente bisogno».
Dopo qualche ora ecco la soluzione con il trasferimento in ambulanza all'istituto San Camillo, al momento a spese del Comune, anche grazie all'intervento dal direttore generale dell'Ulss n°6, Giovanni Pavesi. «Abbiamo voluto trovare subito una soluzione ed è stato possibile grazie alla collaborazione delle istituzioni, perchè la sicurezza di pazienti e familiari del San Bortolo per noi è una priorità».

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