Nevegal: la società pubblico privata bocciata dagli imprenditori del colle

Giovedì 19 Settembre 2019
IL PROGETTO
BELLUNO «Caro assessore Caner, grazie». Suona pressappoco così il messaggio lanciato dagli operatori del Nevegal dopo il vertice di lunedì alla sede del Genio Civile di Belluno. Soddisfatti per le proposte messe sul piatto da Venezia, i commercianti già vedono davanti a sé un futuro roseo. E poco importa se la proposta messa sul piatto dalla Regione è la stessa avanzata da loro a luglio nell'incontro tra Comune e Alpe e allora bocciata, l'entusiasmo per una breccia che sembra aprire a nuove prospettive resta invariato. «È nostra intenzione ringraziare l'assessore Federico Caner e la Regione Veneto per l'interessamento dimostrato nei riguardi degli impianti del Nevegal dichiarano - e vogliamo esprimere la piena condivisione del progetto di salvataggio e della linea proposta. La riacquisizione da parte del Comune di Belluno degli impianti è la stessa idea che il nostro gruppo aveva portato all'attenzione del Comune di Belluno e dell'Alpe del Nevegal, nell'unico incontro tenutosi a luglio, ma immediatamente bocciata e non presa in considerazione». Il gruppo di operatori fa riferimento all'ipotesi, annunciata da Caner, di un sostanziale investimento di 14 15 milioni di euro messo sul piatto da Regione e Provincia. In particolare, 12 milioni arriverebbero da Venezia e 2 o 3 da Palazzo Piloni. «Sarebbe un'occasione unica per il nostro territorio annunciano -, come ne se ne erano mai presentate prima. Garantirebbe infatti un rilancio definitivo del Nevegal, posizionando la città di Belluno come punto di partenza del progetto Olimpiadi 2026». Bocciata, di contro, la soluzione paventata da Palazzo Rosso e di cui il sindaco Jacopo Massaro parlava ieri sulle pagine di questo giornale. Quella della costituzione di una nuova società, fatta di pubblico e di privato. «Questa idea diventa inattuabile con le cifre messe a disposizione da Regione e Provincia commentano i commercianti -, perché il privato dovrebbe partecipare con una cifra superiore a 15 milioni di euro. Altra cosa è la gestione degli impianti che potrà essere di carattere privato».
A.Tr.
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