«Negozi chiusi? In centro servono abitanti»

Venerdì 22 Novembre 2019
«Negozi chiusi? In centro servono abitanti»
IL CENTRO VUOTO
BELLUNO Negozi chiusi, vetrine sfitte: serve che la città torni ad essere abitata, ma almeno a Natale quest'anno il centro si animerà. I commercianti non si piangono addosso e la decisione di potenziare le decorazioni e gli addobbi è una strategia per sedurre i bellunesi a rifrequentare il centro storico. Ne abbiamo parlato con Paolo Doglioni, presidente dell'Associazioni commercianti di Belluno (Ascom): «Non esiste una città senza abitanti. O si decide di fare arrivare uffici e famiglie in centro, attraverso ristrutturazioni, che abbiano però pratiche veloci per la loro realizzazione o la città è destinata a spegnersi. Lo dico da quindici anni sottolinea il presidente -. La città vive se ci sono abitanti. Vanno bene le sagre, le manifestazioni e gli eventi, ma ci devono essere gli abitanti. Con il Consorzio del Centro Storico e con l'Amministrazione c'è stato un buon dialogo, tanto è vero che si vedrà come i commercianti abbiano fatto un miracolo, aiutati dal Comune».
LA SPINTA
Il miracolo è quello del Natale, per il quale quest'anno si spenderanno circa 200 mila euro, come confermato da Stefano Bristot, presidente del Consorzio Centro Storico, a proposito dei 144 negozi chiusi segnalati dal consigliere comunale di Civiltà bellunese, Franco Roccon (che sull'argomento preparerà un ordine del giorno sullo status del commercio): «È un grosso problema che si collega al discorso sulla liberalizzazione che permette a tutti di aprire dei negozi. Ma purtroppo non tutti sono preparati, ci sono costi di base alti, per non parlare della difficoltà di avviare un'attività». Il riferimento va alle tariffe che un negoziante è obbligatorio onorare: Imu, Tasi, Tari. «Sarebbe da avanzare la proposta fa presente Stefano Bristot - di provare a rimodulare i costi di base per andare incontro al privato. Il problema, tuttavia, è di natura più politica e quindi di fatto è un problema intoccabile, anche se il Governo ci sta lavorando». Ma quanto paga un commerciante in media? «Si calcola oltre il 50% - ricorda Bristot -, una tassazione altissima e sono esclusi i costi sul pagamento sulla carta di credito. Il privato non paga nulla, quando la utilizza, ma non è lo stesso per il commerciante». Rimanendo sul caso specifico di Belluno, come mai si tenderebbe a recarsi al centro commerciale piuttosto che in centro? Parcheggi a parte, le cause le enuncia il presidente del Consorzio Centro storico. «Senza dubbio, lavorando su grandi numeri, alcuni prodotti possono costare un po' meno rispetto a ciò che si trova nei piccoli negozi. Ma bisogna anche considerare che spesso, nei centri commerciali, si trovano solo le catene. Da noi, invece, si può trovare merce di altro tipo, senza contare il valore aggiunto del servizio, dell'essere seguiti da vicino, dell'accoglienza. Noi consigliamo, abbiamo una competenza specifica. In poche parole garantiamo una certa professionalità». Quali i consigli per questo Natale? «Invito a frequentare le piazze del centro a dicembre, ci saranno molte novità: tornerà il mercatino con prodotti tipici, ci sarà un albero parlante che racconterà storie ai giovani e all'ex tribunale verranno proiettate immagini del territorio. Ad ogni modo conclude Bristot se è vero che ci sono tanti negozi sfitti e altrettanto confortante che gli esercizi che ci sono offrono un servizio di un certo tipo, mi riferisco al campo della ristorazione, come ai negozi in generale».
Federica Fant
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