«Mai lasciare un piccolo solo con l'animale»

Martedì 26 Maggio 2015
(U.S.) «Numero 1: non si lascia mai solo un bimbo accanto a un cane. Anche se fosse il più mansueto animale che si conosca». Alessandro Copetti, originario di Tolmezzo è laureato in antropologia con specializzazione in psicologia e etologia animale alla Roehampton University, Inghilterra, e da anni gestisce a Headley, a una trentina di chilometri da Londra, la Dog's Company, un incrocio tra albergo, scuola di comportamento e etologia del cane. Interpellato sulla tragedia di San Martino al Tagliamento afferma: «Per dare un parere occorrerebbe conoscere nel dettaglio la dinamica dell'accaduto, soprattutto in quei particolari che potrebbero dare una spiegazione alla tragedia. Che comunque rimane tale e assurda».
«Tutti i cani sono docili - continua - ma tutti hanno un fondo di imprevedibilità nel comportamento, soprattutto nei confronti dei bambini che non sanno leggere i segni di minaccia e preliminari a un attacco. Basta che un bimbo si avvicini al cibo, o giochi con un giocattolo che il cane ritiene suo per scatenare una reazione. Basta anche un movimento che il cane interpreta come minaccia, a sé o alle cose che gli sono state affidate». «Un cane - continua Copetti - specialmente se addestrato alla guardia, reagisce più che agire, per questo occorre che sia sempre presente una persona che ne ha il completo controllo. Ogni cane ha la sua psicologia, la sua storia che ne determina il carattere. Occorre conoscerla e adattare di conseguenza l'addestramento. Poi bisogna distinguere tra cani aggressivi, nervosi e non sociali»
Il Codacons chiede un patentino per cani pericolosi. «Non serve a nulla, la patente non esime dall'incidente. Occorre responsabilità e conoscenza profonda del proprio cane. E alle volte, purtroppo, anche questo non basta».

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