L'INCHIESTA
BELLUNO Sono sette le parti offese finite nel mirino dell'attentatore

Mercoledì 5 Dicembre 2018
L'INCHIESTA
BELLUNO Sono sette le parti offese finite nel mirino dell'attentatore seriale con lettere contenenti finta antrace. Nel mirino dell'ex sindaco di Comelico Superiore, Luca De Martin Topranin, oltre alla Provincia, che venne paralizzata con la missiva contenente la polvere bianca il 22 novembre 2016, finirono anche amministratori, capo Regola, compaesani e l'attuale sindaco di Comelico Superiore, Marco Polacco Staunovo. Tutti gli episodi sono ricostruiti nell'imputazione formulata dalla Procura, che in questi giorni ha chiuso le indagini a carico del 48enne comeliano e che ora si appresta a chiedere il rinvio a giudizio. L'ex sindaco indagato è difeso dall'avvocato Roberta Resenterra di Feltre, e potrebbe decidere ora di farsi sentire dal magistrato o presentare memorie difensive.
LE ACCUSE
La vicenda ricostruita con le indagini dei carabinieri della stazione di Santo Stefano è avvenuta tra il 4 e il 22 novembre 2016. È in quei pochi giorni che De Martin Topranin, che governò dal 2004 al 2009, avrebbe spedito le buste anonime contenenti bustine in plastica trasparente a loro volta contenenti la polvere simile all'antrace. In realtà altro non era che farina di grano e bicarbonato di sodio. Ma tanto è bastato per fare scattare l'accusa di simulazione di reato nei suoi confronti per almeno 6 dei sette episodi contestati perché avrebbe «evocato nei destinatari l'invio di sostanza tossica o comunque nociva» simulando così le tracce del reato del tentativo di epidemia. Nell'attacco alla Provincia invece anche il reato di interruzione di pubblico servizio perché gli uffici restarono chiusi, visto che scattò il protocollo di emergenza come nei casi di antrace. Rimasero con il fiato sospeso per giorni anche i dipendenti che entrarono in contatto con la polvere. Si scoprì poi che era solo farina.
LE VITTIME
Oltre all'allora presidente Daniela Larese Filon nel mirino di Michielino di anni 9 (così firmava le sue lettere con la finta antrace il mitomane) sono finiti anche Valentino Moro Ribul, Luigi Domelin Zambelli, Sergio Necca Zandonella, Marco Mariani Zambelli, Stefano Golin Zandonella e il sindaco di Comelico Superiore, Staunovo che era anche nella giunta guidata da Topranin nei primi anni Duemila.
I sospetti dei carabinieri erano ricaduti fin dall'inizio sull'uomo. A inchiodarlo la calligrafia: seppur dissimulando la mano di un bambino, era altamente rassomigliante a quella usata in precedenti esposti a lui riconducibili. Nella perquisizione nella sua casa del Comelico emersero poi grossi quantitativi dello stesso tipo di farina utilizzato nelle missive e altre lettere. Un a vera e propria antologia da spedire alle autorità più disparate: una addirittura indirizzata ad una Corte Suprema di Vienna.
Olivia Bonetti
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